Le Contropagelle di Cremonese-Juventus, a cura di Marco Edoardo Sanfelici

Le Contropagelle di Cremonese-Juventus, a cura di Marco Edoardo SanfeliciTUTTOmercatoWEB.com
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di Claudia Santarelli
LIBERATA DALLE PAURE LA JUVE VA. CREMONESE-JUVENTUS 1-2

DI GREGORIO  5  Un’azione, solo una maledetta azione: Vardy vince un duello con Gatti e punta verso la porta. Cosa fa Di Gre? Niente, sta in porta e lascia alla punta la libertà di scegliere dove tirare e con che angolazione. Il numero 16 (rimpiango i tempi in cui chi stava in porta indossava il numero 1) allunga timidamente il gambone. Angelo Peruzzi, per esempio, non avrebbe mai preso questa rete, perché appena il centravanti si fosse liberato del difendente, sarebbe avanzato di 5 metri e gli sarebbe poi saltato ai piedi, coprendo lo specchio della porta. “Houston, abbiamo un serio problema”…

KALULU  6  Chiamato all’ordinaria amministrazione, tappando i buchi a destra e rilanciando la manovra dal basso. Tutto fatto senza sbavature.

GATTI  6  Non è onesto buttargli la croce addosso per il goal preso all’82°. Chi lo fa dimostra di non saper valutare l’intera prestazione. A tale proposito basta chiedere a Bonazzoli quanti palloni ha visto e quanti ne ha giocati. Visti pochi e giocati zero: lo marcava Gatti, tanto per completezza di informazione.

KOOPMEINERS  6  Estrazione del posto da far occupare a Teun in campo, della stessa portata del Super Enalotto o del Jackpot alla Slot Machine. Là a sinistra bassa dove osano i terzini, abbassato ben al di là della mediana, una sostanza molto simile al “dopo di che c’è solo la disperazione”. Quando parte palla al piede e si fa 50 metri in progressione, ho una visione estatica del “settimo cielo”. Il mister lo allontana dalla trequarti avversaria e dalle fasce alte: per la serie “così non fa danni”. Ora dipende da quando rientra Kelly, mamma mia.

LOCATELLI  6,5  Sfortunato nelle conclusioni, due da fuori area, ma va al tiro per ben 2 volte, come non si vedeva dalla guerra del ‘15 – ‘18. Agisce un pelo più avanzato,dato che la posizione di Koop gli dà copertura. Non concede granché ai dirimpettai della terra di mezzo e chiude da par suo sui palloni contesi. Spalletti si fida di lui, molto più di tanti juventini.

THURAM  5,5  Da quando Kephren gioca nella Juve, vado dicendo che la sua lentezza è irritante, come la sua prerogativa a non liberare sul compagno smarcato. Quando vengo a sapere che Spalletti gli sta gridando di velocizzare le giocate, immediatamente ho la seconda visione estatica e inizio ad assomigliare all’imperatore Costantino al ponte Milvio. Se appena il ritmo si alza, Thuram entra in crisi, forse perché non al top? (ADZIC  6  Utilissimo alla fine della partita nel congelare il possesso palla lontano da di Gregorio. Partecipa alle ripartenze, ma non ne ricava nulla)

McKENNIE  6  Come fare densità in mezzo. Svaria da sinistra a destra nella linea mediana, sorreggendo, cucendo, sviluppando l’azione soprattutto nella prima parte del tempo iniziale, alimentando folate che potrebbero fare molto più male a Nicola di quanto ne facciano in realtà. Nella ripresa gioca asservito al filtro di centrocampo, anche se la palla diretta a Vardy passa nella sua zona di competenza (RUGANI  S.V. Per non far dimenticare che Spalletti è italiano e viene dalla scuola più importante del mondo in fatto di come difendersi)

CAMBIASO  7  Pronti via, si ritorna a vedere il vero Andrea, non il suo sosia che ha giocato nell’ultimo mese. Possesso palla di buon livello, traversoni in area velenosi, recuperi di corsa. Viene premiato dagli dei che gli consegnano una palla in area in posizione invitante per una serie di carambole e lui la scaraventa in porta dopo un rimbalzo su Audero e sulla traversa. La sua condizione è fondamentale per il gioco bianconero.

KOSTIC  7  A 33 anni sa ancora correre e far valere in campo la sua tecnica. Nel giorno del suo compleanno e di quello della Juventus si regala e regala a tutti gli amanti della Signora, una chiusura immediata sul pallone che schizza da una mischia e mette la gara sul giusto binario. A Como ci ha pensato Kempf, a Cremona ci pensa Kostic: prego cogliere le differenze. (JOAO MARIO  S.V. Per aumentare il tasso tecnico e gestire il controllo della palla il più a lungo possibile)

OPENDA  5,5  Ha il merito del colpo di tacco che impappina Vandeputte al 3° minuto, sull’azione che permette a Kostic di portare la Juventus in vantaggio in 3 minuti. Dopo di che iniziano le mostruosità, come se Halloween non fosse finito. Rassegna che termina con il ritardato servizio a Dusan lanciato verso la porta e che suggerisce al mister di cambiarlo immediatamente.  (CONCEICAO  6,5  La partita è in bilico nonostante la serie di occasioni non sfruttate dai giocatori juventini. Fuori Openda e dentro Cico che spunta come il settebello per la primiera e gli ori. Un paio di sgasate e si giunge al raddoppio. Poi si esibisce in un recupero a trequarti di campo nella metà campo grigiorossa, talmente bello e preciso, da consigliare all’arbitro di fischiare fallo. Folletto magico che demolisce la resistenza delle difese)

VLAHOVIC  7,5  El hombre del partido. Trascinatore indomito. Ridicolizza Baschirotto, che tanto tenero non è e tutt’altro che scarso. Se solo riuscisse ad arrivare giusto su una palla in cross di McKennie… anche se forse nell’azione in oggetto è l’americanino che dovrebbe concludere e non mettere in mezzo. Dusan doveva andare via, sento ancora qualcuno che prevede che vada via a gennaio, in estate si sono comprate due punte in previsione, ma messe assieme non fanno il 50% dell’importanza sua. Dusan è un vero leader, forse l’unico. (DAVID  5  Sopravvalutato e sovrappeso. Pietra che rotola. L’ennesimo “mistero buffo” che si ripete nel calcio: come si fa a smarrirsi improvvisamente e non riemergere)

SPALLETTI  6,5  A momenti mi sto stufando di scrivere ogni volta un nome diverso alla voce “allenatore”. Prima uscita del Lucianone da Certaldo e prima vittoria. Da come i “nostri” si passano la palla avanti e palla indietro (marchi di fabbrica di Spalletti) e si fiondano negli spazi  liberi, mi sembra che incida assai di più che per una semplice rifinitura. La squadra gioca con un intento comune e con una mente molto più libera, scarica di scorie e orpelli. Il pallone pare che si sia raffreddato e che non scotti come fino alla settimana scorsa. Azzecca la “genialata” di Koop braccetto di sinistra. Detto questo, le cose da migliorare sono immense. I vizi e le abitudini restano invariati, dalla terribile prodigalità nel buttare via occasioni da rete a distrazioni collettive che spalancano praterie alla punta del momento. C’è tanto da lavorare, ma se si vince si lavora con più piacere. 

Ci attende lo Sporting di Lisbona in un match delicatissimo per muovere decisamente la classifica in Champions League e subito dopo la partita che un torinese come chi scrive non vorrebbe mai giocare. Banchi di prova di spessore, per capire una buona volta se si possano nutrire speranze o se la mediacrità ci perseguiterà da qui a giugno. Buon lavoro, mister, e buona fortuna.

                                                    Marco Edoardo SANFELICI