Juve-Napoli: il fattore J e il fattore N

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martedì 4 gennaio 2022, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti

Una gara fondamentale quella della Befana, la leva per far mutare i destini del campionato in casa bianconera. Il regalo ricevuto sotto l’albero la Juventus lo deve sfruttare al meglio, 4 punti separano Szczesny e compagni dal quarto posto e il Napoli è “solamente” a 5 lunghezze sopra, occupando la terza piazza. Ecco perché un successo allo Stadium accorcerebbe clamorosamente la classifica, fornendo nuovi input al campionato della compagine allegriana. Un inizio d’anno con il primo botto da 3 punti servirebbe da spinta e carburante per il prosieguo della stagione, nonostante la dannata recrudescenza del Covid e la limitata capienza negli stadi, tornata al 50%.

Ci sono però due elementi chiari che dimostrano filosofie, disparità e trattamenti diversi: il fattore J e quello N. Per penetrare la materia bisogna fare marcia indietro a un girone fa. Napoli-Juventus va in scena sabato 11 settembre, alle ore 18, Stadio Maradona, nella terza giornata di stagione. Appare chiaro, sin dai giorni antecedenti l’incontro, che la Juve arriverà all’importante sfida, letteralmente falcidiata dalle assenze: tutti i sudamericani arriveranno tardi per essere impiegati o rischiati in campo, Cuadrado addirittura trattenuto in Colombia, causa gastroenterite che lo ha colpito. Chiesa assente per un problema muscolare patito in Nazionale, insomma la Juve calca regolarmente il terreno di gioco, contro la squadra di Spalletti, senza Alex Sandro, Danilo, Bentancur, Dybala e Cuadrado e gli infortunati Chiesa, Arthur e Kaio Jorge: 8 assenti 8 di cui almeno 6 titolarissimi nello schieramento di Mister Allegri. La Juventus non si lamenta, come da suo stile inveterato, ma i mezzi d’informazione non premono molto su questo tasto, solo un accenno e via, come se fosse normale e consueto, causa miopia assoluta dei calendari internazionali, presentarsi ad un big match senza un terzo della rosa.

Tra l’altro i bianconeri giungono a Napoli dopo due gare deludenti in termini di prestazioni e di punti, solo un pareggio a Udine e sconfitta interna contro la matricola Empoli. La Juve perde a Napoli, per due ennesimi svarioni (Szczesny e Kean) e quello che doveva diventare un appuntamento di riscossa, si tramuta in una sconfitta bruciante che fornisce elementi alla gogna mediatica, sotto il termine lampeggiante di crisi. Il tutto senza lamentiadi, senza trovare alibi o scappatoie di basso rango, senza aver messo le mani avanti con un Mister che, come sempre ama ripetere nei momenti duri costellati di tanti assenti, “undici da mettere in campo li troveremo”. E ripeto, con poca stampa a sottolineare sì la sconfitta, ma con una squadra priva di vera dorsale tecnica rimasta a Torino.

Poi c’è il fattore N, ovvero quello legato al Napoli. I partenopei, giovedì, giungeranno allo Stadium con tanti assenti, dopo la querelle stucchevole risolta dall’Asl lo scorso anno con il pasticcio bruttissimo che disattese i protocolli, e sfociò nella sentenza Coni, capace di ribaltare due gradi di giudizi. Il Covid, ahinoi, è tornato a farla da padrone e a condizionare fortemente le partite e le presenze dei calciatori, ma come esisteva un anno fa un protocollo, esiste anche ora, e va rispettato fino in fondo. L’aria che si respira mediaticamente va solo in una direzione, grande emergenza Napoli privo di tanti calciatori, sia per Covid che per squalifica, problemi fisici o impegnati con la Coppa d’Africa. Un Napoli ridotto nelle potenzialità dalle tantissime assenze, guarda caso in un numero pari o simile a quelle della Juventus nell’incontro d’andata, fatto accessorio che non fece scalpore per defezioni e lontananze dal prato verde e che interessò molto poco chi fa informazione. Due fattori praticamente simili trattati in maniera antipodica, quasi si trattasse di due contendenti racchiuse da campionati diversi.