L’eterna scontentezza di certi tifosi bianconeri

L’eterna scontentezza di certi tifosi bianconeriTUTTOmercatoWEB.com
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martedì 8 marzo 2022, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti

Ormai è cosa ampiamente scontata, come il giorno che tramonta, lasciando l’uscio socchiuso alla notte incombente. Una sorta di malcostume diffuso e senza freni, una pessima abitudine dettata da ego smisurato da social e sindrome da pancia piena. Una parte di tifoseria bianconera appare perennemente insoddisfatta, ipercritica, sempre pronta a gettare la croce su qualcuno, qualcosa. Una situazione a dir poco antipatica che sinceramente ha stancato. I social, poi, hanno estremizzato ogni dettaglio, oggi tutti si sentono direttori sportivi, allenatori, giocatori, intenditori di mercato, tattici e preparatori atletici, medici sportivi, tutti sanno tutto, magari senza aver mai messo piede su un campo o in uno spogliatoio, senza aver praticato lo sport in maniera competitiva e professionale. Spesso senza averne le competenze, pronti a sparare sentenze irrispettose, criticare ferocemente, sminuzzare, fare a pezzi, con strampalate teorie, ogni interprete che si muove nell’alveo della società bianconera. Tutto questo circo parte all’alba del primo scudetto targato Conte, la Juventus arriva da due settimi posti penosi, una squadra inguardabile e, pare senza futuro, invece, con tanto lavoro, arriva un tricolore fantastico.

La “pace dei sensi mediatica” dura un paio d’anni, quando l’ex capitano juventino lascia la panchina in luglio, a ritiro appena iniziato, si scatena la follia triviale a Vinovo, accogliendo il suo sostituto, Max Allegri, con cori beceri e violenti. Al nuovo allenatore viene “perdonato” il primo scudetto di Madama, perché secondo alcuni vinto solo sulla lunga scia contiana, il secondo piace, dal terzo comincia la via crucis che continua a consumarsi. Le due finali di Champions perse, ma in finale bisogna arrivarci, acuiscono il disagio di qualcuno, pronto a sentenziare che la Juve deve smetterla di portarsi a casa gli scudettini, servono solo le coppe con le grandi orecchie e il bel gioco. Valgono solo quei due concetti, anche se Allegri risulta il terzo allenatore più vincente dell’ultracentenaria saga della Juventus, non importa. Tralascio la tristissima vicenda che obbliga il Mister di Madama a cancellarsi dai social, causa minacce assortite, comprese quelle di morte. Quando l’allenatore livornese viene allontanato c’è gente che festeggia, “loro” vogliono il calcio champagne, il nuovo che avanza, il gioco spumeggiante per vincere in Europa, chi se ne frega degli scudetti. Roba superata, antiquata,

La love story con Sarri dura poco, gli amatori del Comandante, dopo le prime prove così così lo abbandonano e spuntano i primi Sarri out, confortati da un atteggiamento di squadra che gioca male ma vince il titolo. Quando l’ex tecnico del Napoli viene spedito a casa, tanti tirano un sospiro di sollievo e accolgono Andrea Pirlo come il salvatore della patria, salvo giubilarlo alla seconda giornata di campionato, dopo un pareggio stentato con la Roma all’Olimpico: ricordo distintamente il primo ashtag, Pirlo Out, proprio in quell’occasione. La tiritera prosegue tutto l’anno e nonostante due trofei e il quarto posto, la tifoseria juventina tira l’ennesimo sospiro di sollievo quando la Juve vola in Champions, ma anche il secondo Mister, in due anni, lascia Torino. Il resto è storia recente, purtroppo, la Juventus parte malissimo, la fase di ricostruzione tarda a decollare e l’ira funesta degli Allegri Out prende piede, fermandosi, momentaneamente, solo quando i bianconeri vincono, per poi riprendere ininterrotta. Una Juve surrogata, non proprio in linea con la recente tradizione, ma per ricostruire un ciclo vincente serve anche restare in bacino di carenaggio.

Poi le casacche bianconere si riprendono, tutti volevano il filotto per scalare una classifica boccheggiante: ultima sconfitta il 27 novembre, 14 gare di campionato, 9 vittorie, 5 pareggi, 24 reti realizzate, 9 subìte, quarto posto raggiunto, per la prima volta in stagione, con punti di vantaggio sull’Atalanta, ma non va bene lo stesso. 10 assenze in rosa ultimamente, metà squadra out, uomini stanchi, sempre gli stessi in campo senza soluzioni alternative, insomma anche quando la classifica torna a sorridere, quel “qualcuno” che, pretendeva la risalita a suon di punti, non riesce a rilassarsi un attimo. Quei “qualcuno” furenti, probabilmente sono gli stessi che si professavano stufi degli scudettini e oggi vorrebbero essere in lotta per il titolo, osservando la squadra giocare bene. Anacronismo puro, incoerenza. Il bersaglio è ancora una volta Allegri, e pur di colpirlo, vale ogni tipo di dottrina strampalata, se basata sui si dice e su teorie non provate, meglio ancora. Come se ne esce? Sinceramente non conosco la soluzione, la speranza vera è che la Juve torni presto a fare la Juve sul campo, del resto chi ama smargiassare sui social, sfoggiando sindrome da pancia piena su ogni singolo concetto, criticando tutto e tutti, difficilmente potrà ravvedersi. I propinatori di nuovi ashtag contestatori, ricchi di “sapere calcistico”, sono sempre dietro l’angolo. Il calcio giocato, invece, è tutt'altra cosa.