Per tornare a vincere serve una Juventus più forte di tutto e tutti

Per tornare a vincere serve una Juventus più forte di tutto e tuttiTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 5 aprile 2022, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti

Non lo dirà mai nessuno in Società, ma il concetto traspare netto dal recentissimo passato. Quello dei 9 scudetti consecutivi, delle due finali di Champions conquistate, dei trofei messi in bacheca a raffica, quello della forza politico-sportiva inossidabile e la presenza in prima linea. Quello per cui, il solo venire allo Stadium o con la Società schierata che prendeva posizione, faceva venire il mal di testa ad avversari e competitor. Per tornare a vincere serve quella Juve famelica e ingiocabile sul rettangolo verde, e implacabile nell’esigere rispetto nelle stanze dei bottoni: tornare ad essere più forte di tutto e di tutti o sarà dura anche in futuro. In passato così è stato e si sono visti i risultati. In campo questa squadra sfoggia problemi che possono essere risolti solamente con la prossima campagna estiva. Via le mezze figure, via chi trotterella e non ha più fame, dentro uomini con gli attributi e la voglia di costruirsi una carriera.

La Juve crea occasioni e non segna, un problema atavico che solo gli illusi potevano pensare venisse risolto con l’approdo di Vlahovic. Zakaria, con quell’incursione schiantata sul palo, ha dimostrato quanto siano vitali costruzioni, inserimenti e strappi prodotti dai centrocampisti, e anche lì serve intervenire, cosiccome sulla fascia sinistra: Alex Sandro ormai è improponibile. Primo diktat, allestire una rosa altamente competitiva che verrà plasmata da Allegri, chiamato con un contratto di 4 anni a costruire. Servono coordinate nuove, un undici con ricambi all’altezza e migliorie in zone strategiche dello scacchiere. Secondo punto: Var e arbitraggi in questa stagione hanno mostrato la corda pesantemente, i pasticci confusionari di Irrati, il non saper o voler osservare in sala Var alcuni episodi, sta diventando fattore cronico e fortemente penalizzante in casa bianconera. Personalmente odio le dietrologie e la cultura del sospetto, ma un’annotazione diventa legittima: possibile che in quattro gare di vitale importanza per il cammino in campionato, contro Atalanta, Milan Napoli e Inter, si siano verificati 4 casi eclatanti ritenuti non punibili? Rinfresco la memoria.

A Bergamo Hateboer entra con il piede a martello altissimo su De Sciglio, ammonizione. Contro il Napoli allo Stadium, fallo di mano palese in area partenopea stoppando un tiro indirizzato in porta, nemmeno segnalato, contro il Milan, un rigore clamoroso con Messias che tocca  Morata sul polpaccio, atterrandolo in area, nemmeno visto, contro l’Inter, beh domenica sera abbiamo visto di tutto e di più. Zakaria sulla linea dell’area viene steso, nulla di fatto, e Lautaro Martinez, già ammonito, lascia il piede colpendo Chiellini: due episodi gravi, il primo punito con una punizione fuori area, l’altro senza conseguenze rapportate all’intervento pesantemente in ritardo. E non mi addentro su un paio di interventi proditori di Skriniar. Il Var è stato approvato con motivazione palese: avrebbe dovuto aiutare gli arbitri a non commettere più certi errori o a limitarli fortemente, ma un'applicazione così a chi serve? Cui prodest?

Da sottolineare che l'applicazione è la base fondamentale dello strumento tecnologico, inutile dire che tutto ciò accade solo in Italia, e non mi riferisco solo a Juve-Inter di domenica sera. Altro dato tecnico inoppugnabile, la Juventus in questo campionato non ha vinto uno scontro diretto che sia uno; tutto vero, ma questo elemento va accorpato al primo diktat, ampiamente analizzato e che necessità di innesti di qualità. Con la società invitata da tutti i tifosi a battere un colpo, a farsi sentire: in un calcio di piangina e lamentiadi infinite, le parole di Simone Inzaghi nel post gara sono da oscar. La Juve, per antonomasia tace e agisce nelle sedi competenti, ma essere usati come punching ball, basta. E’ giunto il momento di reagire e dire basta. Se la Juventus, intesa come dirigenza, società e proprietà, capirà che serve tornare ad essere più forte, di tutto e tutti, in più ambienti e in fretta, le cose muteranno, altrimenti continueranno i tempi grami. E la Juventus, non può più permettersi di subire, in campo e fuori, qualunque sia il punto d'osservazione.

Db Torino 28/08/2021 - campionato di calcio serie A / Juventus-Empoli / foto Daniele Buffa/Image Sport
nella foto: Andrea Agnelli-Pavel Nedved-Maurizio Arrivabene
© foto di Daniele Buffa/Image Sport