Vlahovic, Morata e l’evoluzione alla Marione Mandzukic

 Vlahovic, Morata e l’evoluzione alla Marione MandzukicTUTTOmercatoWEB.com
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martedì 8 febbraio 2022, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti

Il Verona come gara simbolo di una stagione, la classica biforcazione di itinerari pallonari. Le grandi squadre gli appuntamenti nodali non li falliscono mai, e la Juventus questa volta si è dimostrata squadra vera, cresciuta, entusiasta, volenterosa e vincente. Con una difesa diventata tetragona, difficile da perforare. L’entusiasmo scaturito dai due nuovi arrivi, subito in rete e decisivi come succede nei copioni perfetti da kolossal, ha generato un’onda di energia positiva contagiante, partendo dai tifosi fino ad arrivare ai diretti interpreti in campo. Abbiamo visto giocatori rigenerati con gli atteggiamenti giusti finalmente, ricercati per almeno una metà di stagione. Tutte le attese e le trepidazioni erano puntate su Vlahovic e Zakaria, ed entrambi non hanno tradito, ma l’occhio è stato rubato da una vecchia conoscenza che il popolo bianconero adora: Alvaro Morata.

Va detto che anche Dybala si è messo in mostra in una sinfonia tutta mancina, assist di interno piede, il pallonetto di esterno di Dusan Vlahovic all'angolino ha gonfiato rete, cuori e tempie pulsanti di felicità sugli spalti. Morata però è parso rinato domenica, anche grazie alla fiducia ritrovata ed elargitagli dall’ambiente in toto e da Mister Allegri. Il numero 9 di Madama ha disputato, contro gli scaligeri, una prestazione da incorniciare, devastante negli spazi, assist al bacio per il raddoppio di Zakaria, ha corso, ripiegato e combattuto alla grande. Un uomo ritrovato, carico a pallettoni, che ha ricominciato a reinterpretare il suo antico ruolo di attaccante di sostegno, lui che killer d’area non lo è mai stato. Vlahovic ha portato tante belle novità in questa nuova Juve, agendo da elemento spronante per Dybala e Alvarito, aprendo spazi e attirando su di sé le mire dei difensori avversari. Finalmente un centravanti di ruolo che alza la squadra, che tiene palla, lotta, appena può spara in porta, fa salire i compagni, sa rallentare e velocizzare le trame di gioco, in un termine, il giocatore che mancava a questa squadra. Un Demonio là davanti.

Bravi Morata e Dybala, che parlano la stessa lingua tecnica del serbo, ad avvantaggiarsi della sua presenza, cosiccome il centrocampo. Morata ha ricordato le scorribande, anche difensive a protezione di risultato e pacchetto arretrato, di Marione Mandzukic, vera arma di potenza nel 4231 di allegriana memoria, che fece tremare l’Europa. Va detto, Alvarito ha caratteristiche diverse dal campione croato, meno potente ma più veloce nella progressione, meno dotato di testa ma ugualmente capace nelle gesta acrobatiche, insomma lo spagnolo pare aver le caratteristiche giuste per spingere il Mister labronico a tentare di rieditare un abito tattico in naftalina da un po’ di tempo, con Zakaria che potrebbe diventare un fulcro a metà campo. Morata si gioca tutto da qui a giugno, da lui si attendono fiammeggianti conferme, ma la voglia di sacrificarsi non gli manca di certo, e con il movimento dei compagni di reparto e non, può puntare a ridiventare uomo chiave di questa nuova Juve. Sarà proprio lui la chiave giusta per ricoprire il ruolo di Mandzukic nel 4231 o in un meno sofisticato ma assai produttivo 433? La performance contro il Verona ha rafforzato le ipotesi, ha fornito certezze, proprio quelle che potrebbero fluire da questo antico-nuovo ruolo, anche in sede di eventuale riscatto estivo. Morata è una risorsa, va impiegata al meglio, ora sul prato verde e magari in estate, in fase di contrattazione con l’Atletico di Madrid.