Caos Juve, l'inchiesta Prisma e l'ombra del processo sportivo

Caos Juve, l'inchiesta Prisma e l'ombra del processo sportivoTUTTOmercatoWEB.com
martedì 29 novembre 2022, 10:15Primo piano
di Quintiliano Giampietro

Tutto inizia a maggio del 2021 con l'inchiesta denominata Prisma, aperta dalla Procura di Torino. Nel mirino i bilanci relativi al triennio contabile 2018/2021 che sarebbero stati falsati, attraverso operazioni irregolari. Nel luglio dello stesso anno la Consob (l'organo che vigila sulle società quotate in Borsa), fa una verifica su 62 operazioni di mercato, di cui 42 riguardanti il club bianconero, contrassegnate dalle plusvalenze. L'indagine è sulle cosiddette operazioni a specchio, scambi di giocatori senza movimento di denaro, con conseguenti benefici sui bilanci. Il tutto finisce nel perimetro della Giustizia sportiva. La procura Federale deferisce 11 società, tra le quali la stessa Juve. Dopo due gradi di giudizio, a maggio del 2022 il processo sportivo si chiude con l'assoluzione. Come noto, non ci sono norme in grado di stabilire il valore di un giocatore.

Sul fronte della giustizia ordinaria la Procura di Torino prosegue però l'inchiesta Prisma, con perquisizioni e interrogatori (novembre). Nella lista degli indagati, tra gli altri Andrea Agnelli, Nedved, Cerrato (responsabile dell'area finanziaria) e l'ex ds paratici. Le accuse pesanti: “false comunicazioni sociali” e emissione di fatture false per operazioni inesistenti”. Lo scorso ottobre stesso provvedimento per l'ad Arrivabene (già membro del cda nel periodo cui si riferisce l'indagine) e Cesare Gabasio, responsabile legale. Quest'ultimo, nel corso di un'intercettazione telefonica con il ds Cherubini, parlerebbe dell'ormai famosa carta Ronaldo che “non dovrebbe esistere”.

Si apre così il nuovo filone, legato alla “manovra stipendi”, l'accordo tra club e giocatori, avvenuto durante la pandemia. L'accusa resta sempre “falso in bilancio”: secondo la Procura le cifre elargite successivamente ai giocatori non sarebbero state contabilizzate in modo regolare in bilancio, permettendo così perdite inferiori a quelle reali. Si arriva al 24 ottobre scorso e i giudici del capoluogo piemontese annunciano la chiusura delle indagini. Sono 16 gli indagati, chiesti addirittura gli arresti domiciliari per Agnelli, ma il Gip respinge. Oltre al falso in bilancio, agli indagati vengono contestati i reati di false comunicazioni sociali, false comunicazioni rivolte al mercato, ostacolo all'esercizio delle autorità di pubblica vigilanza, aggiotaggio e uso di fatture per operazioni inesistenti. Prima di Natale sono attesi i rinvii a giudizio, il processo dovrebbe invece iniziare in Primavera.  Intanto, la Procura della Figc ha chiesto ed ottenuto dai giudici di Torino gli atti. Se dovessero emergere nuovi elementi (a partire dalle intercettazioni) ritenuti rilevanti, il procuratore Chiné potrebbe aprire un nuovo processo sportivo. Questo però solo se ci fosse un nuovo capo d'imputazione, per esempio legato alla manovra stipendi. Nel caso ciò avvenisse e la Juve fosse ritenuta colpevole, potrebbe rischiare da un'ammenda ad una penalizzazione in classifica, fino all'esclusione dal campionato. Intanto, il 20 novembre la società annuncia la rettifica degli ultimi tre bilanci per incorporare l’applicazione dei principi contabili ritenuta corretta dalla Consob e interpretata dalla Juve in maniera difforme. Il resto è cronaca di queste ore. Dimissioni di tutto il cda, come dicono gli esperti, per evitare la reiterazione del reato.