Juventus-Sampdoria 4-1, le pagelle: centrocampo dominante, Alex Sandro rimandato

Juventus-Sampdoria 4-1, le pagelle: centrocampo dominante, Alex Sandro rimandatoTUTTOmercatoWEB.com
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martedì 18 gennaio 2022, 23:30Primo piano
di Matteo Barile

JUVENTUS

Perin s.v.: è la giusta chiosa a una partita dove non compie alcun intervento. Nemmeno quando Conti lo trafigge mediante un diagonale, su cui prova a distendersi, ma può fare davvero poco. Anzi praticamente nulla.  

De Sciglio 6: i genovesi non gli creano praticamente alcun problema dalle sue parti. Deve solo intervenire con la proposizione di due giocate, che definirle diagonali difensive è un’esagerazione, malgrado, comunque, servano a tenere immacolato un reparto poco sollecitato; l'unica sbavatura della sua partita arriva al 63’, quando lascia decisamente troppo campo ad Augello e al suo piede sinistro, il quale contribuisce alla realizzazione della rete di Conti. Detto ciò, però, va premiata la sua voglia di partecipare alla "festa" bianconera, in cui prova a lasciare il segno in due attimi in particolare: nel primo tempo, con una conclusione centrale, che tiene sull’attenti Falcone e, a inizio ripresa, quando si improvvisa fantasista, provando a innescare Morata con un filtrante quasi di pregevole fattura.   

Danilo (e dal 60’ Chiellini) 6: la loro è una partita di ordinaria amministrazione e nulla più. Non per colpa loro, ma Caputo e Torregrossa prima, e Gabbiadini, poi, si riscoprono troppo piccoli e gentili per dare del reale filo da torcere prima al brasiliano e poi al capitano della Juventus e della Nazionale. Dei 90 minuti, ciò che arreca maggiori indicazioni e soddisfazione ad Allegri è la durata delle "pile" di Danilo, che riesce a giocare un’ora piena di match.   

Rugani 6,5: dell’inoffensività della Sampdoria abbiamo già parlato in maniera anche piuttosto esaustiva. E questo è un bene per il 24 bianconero, il quale si regala una serata in assoluto relax. Relax che si trasforma in un puro godimento al 52’: il cross di Arthur è un cioccolatino; tuttavia il suo stacco aereo è un gesto imperioso, che vale quanto il passaggio vincente.

Alex Sandro 6-: il suo inizio di partita è davvero promettente. Il terzino sinistro brasiliano approccia la contesa con un piglio decisamente più attivo, soprattutto in fase offensiva. Non si rende autore di grandi giocate, ma staziona sempre dalle parti di Conti, costringendolo sulla difensiva, uno stile di gioco che non si addice all’ex terzino del Milan. Malgrado ciò, alla prima e unica sortita garibaldina della Doria, la Juve capitola e lo fa per via di un vuoto, che il 12 lascia all'esterno scuola Atalanta, sul quale accorcia in diagonale troppo tardi. Complessivamente con la perfomance di oggi, ha posto le basi del suo rilancio; tuttavia, l’appuntamento con la versione integrale del suo riscatto non si può dire sia avvenuto oggi. Rimandato.

Cuadrado 6,5: diversamente dall’esterno verdeoro, il modo in cui il colombiano impatta nel match non soddisfa. Spesso, è autore di un appoggi sbagliati e di tanti cross, provenienti dalla trequarti, nonché mal calibrati. In generale, la corsia di destra, che è la sua “casa”, pare non sia una zona di comfort per lui. Quella che si preannuncia una partita sottotono, si accende improvvisamente, nel momento in cui si trova ad agire sull’out mancina, da cui arrivano rispettivamente un fendente rasoterra e un calcio di punizione, su cui Falcone si oppone. Questi sono solo i preludi a un goal, arrivato al 25'. Un goal che nasce dal suo piede destro e dal settore di centro sinistra. Un goal che unisce le sue attitudini generali e quelle maturate in serata. (Dal 75’ Aké 6,5: per lui Juventus-Sampdoria non è una passerella, ma l’occasione per ricordare ad Allegri che questa squadra può avere bisogno anche della sua freschezza e spensieratezza. La stessa con cui punta e salta netto Augello, il quale lo stende colpevolmente in area di rigore, appena due minuti dopo il suo ingresso sul terreno dell’Allianz Stadium. La quaterna porta anche la sua firma.)

Arthur 7: per carità, la Sampdoria è davvero poca roba, ma all’Allianz Stadium mette a nudo un concetto molto semplice e molto chiaro: la Juventus targata 2021-2022 non può rinunciare ai ritmi di gioco e alla “geometria” di Arthur Melo. Il numero 5 della Vecchia Signora gioca una gara davvero totale, dove spicca principalmente per l’attitudine nel non perdere mai il pallone e smistarlo, laddove si creano le vie di passaggio più utili per dare “soffocare” il pressing dei blucerchiati. Il brasiliano, però, non è solo impegnato a dare ordine all’offensiva bianconera: difatti, questi impressiona quando è chiamato a fare da tappo alle sortite sampdoriane e a creare dei contrattacchi. In tal senso, emblematico è ciò che combina nel finale di primo tempo: recupera un buon pallone a centrocampo e, dopo aver dialogato con Locatelli, si lancia in profondità fino a ridosso dell’area di rigore della Samp. Fa tutto bene, compresa la scelta dello scarico su Kulusevski. Peccato che la risposta di Falcone su Morata renda vano uno sforzo tecnico agonistico notevole. Così come è notevole l’assistenza di prima intenzione che va a pescare Rugani per la rete del momentaneo 2-0. Ispirato. (Dal 74’ Bentancur: s.v.)

Locatelli 7: questo match conferma l’evoluzione del cammino di questa prima di stagione in bianconero del numero 27. Un’evoluzione che somiglia più alla conferma di un teorema quasi esatto: Arthur può svestirgli il ruolo di “regista” della prima impostazione della manovra offensiva e conferirgli maggiore libertà nello sganciamento offensivo dalla posizione di mezz’ala a quella di trequartista. L’atteggiamento tattico rinunciatario della Samp gli dà una grande mano nelle avanzate, ma la sua verve gli permette di dominare lo spazio in verticale. Uno spazio che prova a concretizzare, prendendosi delle responsabilità nel ricamare l’azione d’attacco con fraseggi dosati, ma spesso non calibrati alla perfezione. Forse è quello l’unico neo di una partita sempre volta verso la porta avversaria. Laddove non ci arriva con la tecnica, ci arriva, mettendoci il proprio corpo, il quale si frappone tra la palla e un disastroso Magnani, spianando la strada alla terza "gioia" della serata, griffata da Paulo Dybala. Qualità e, all’occorrenza, quantità.  

Rabiot 6,5: Non sappiamo se lo faccia di proposito o se rappresenta una condizione quasi intrinseca alla tendenza di rendimento stagionale del francese, ma una cosa è certa: solitamente le seconde parti d’annata dell’ex centrocampista del PSG sono decisamente migliori delle prime. La partita di questa sera è un altro tassello evidente della crescita che il 25 bianconero sta vivendo: della sua prova impressionano in positivo le sgroppate da “cavallo pazzo” e la pericolosità di conclusione delle stesse verso la porta avversaria. Solo il palo esterno ferma il bolide, che rischia di rendere più rotondo il poker, servito da Madama.

Kulusevski 6: se pensiamo ai primi e unici quarantacinque di gioco, attraverso cui si è distinto negativamente nella sfida interna di sabato contro l’Udinese, è legittimo tirare un leggero sospiro di sollievo. Allegri lo schiera nel ruolo di seconda punta, ma riempie poco l’area di rigore, prediligendo maggiormente il calpestamento di una zona di campo più esterna. La fascia destra lo attira come fosse una calamita ed è proprio da qui che crea i presupposti per la chance del 2-0, quando il tabellino proponeva il parziale di 1-0. Riavvolgiamo un attimo il nastro: avete presente il break con annessa sortita di Arthur? Bene, adesso agganciateci il controllo di palla del classe 2000 e il conseguente assist a imbeccare Morata. L’intervento miracoloso di Falcone evita un goal già fatto, ma, volendo creare una connessione con l’esuberanza dell’ex esterno del Parma, bisogna dire che questa non conosce altri spunti degni di nota. L’impressione è che lo svedese debba lavorare tanto sulla continuità della determinazione di giocate durante le partite. (Dal 62’ Dybala 7: subentra tra il "rumore" di un pubblico che gli fa capire subito da che parte sta. E lui ripaga con quello che sa fare meglio: gonfiare la rete in maniera fulminea. Come il suo tiro, poco accomodante verso una difesa non all’altezza del suo portiere. In poco più di mezz’ora la Joya manda un altro segnale a quell’ “amico”, a cui vorrebbe strappare un rinnovo meritato.)

Morata 7: del tandem d’attacco, proposto questa sera, è il giocatore senza dubbio più contrassegnato da una certa intraprendenza nel voler colpire la porta del mal capitato Falcone. Ma è, soprattutto, colui il quale guida qualsiasi pericolo a tinte bianconere, specie nella prima frazione di gioco. Non c’è mai stata una volta in cui gli affondi non siano passati dalle sue gambe e dalla sua velocità. Due doti che gli avrebbero anche permesso di mettere il proprio nome sul tabellino del match già poco dopo l’iniziale vantaggio di Madama. In tal senso vanno fatte riemergere segnatamente in due evenienze: il Var, prima, e l’opposizione di piede dell'estremo difensore blucerchiato, poi, gli strozzano l’urlo in gola. L’urlo sembra non voler uscire nemmeno all’alba dei secondi quarantacinque minuti, attimo attraverso cui cerca una realizzazione impossibile. A quel punto decide di placare la sua sete di goal, che solo un generosissimo Dybala gli regala, con il rigore del 4-1. Voglioso, paziente e incisivo. (Dal 79’ Kaio Jorge: s.v.)

SAMPDORIA

Falcone 5,5; Conti 6 (Dal 64’ Candreva 5), Magnani 4, Augello 6- (Dall’81 Drăgușin s.v.), Murru 6; Thorsby 5 (Dal 64’ Vieira 5), Askildsen 5, Rincón 5, Bereszyński 5; Torregrossa 6 (Dal 64’ Gabbiadini 5), Caputo 5 (Dall’85 Ciervo s.v.); Tufano 5.