Juventus-Udinese 2-0, le pagelle: Dybala ago della bilancia, McKennie sentenzia

Juventus-Udinese 2-0, le pagelle: Dybala ago della bilancia, McKennie sentenzia TUTTOmercatoWEB.com
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sabato 15 gennaio 2022, 23:30Primo piano
di Matteo Barile

JUVENTUS

Szczęsny 6,5: sarebbe stato un senza voto se Beto non lo avesse svegliato dal torpore di un primo tempo che lo vede inoperoso fino al 36’. Sul diagonale rasoterra del centroavanti lusitano, il polacco si esibisce in una presa plastica, efficace e sicura. Questa si trasforma in miracolosa, quando nega a un terra aria di Success di depositarsi sotto il proprio sette nel finale di match. Tale colpo di reni gli vale un mezzo punto in più in pagella.

Cuadrado 6: con tutta franchezza dobbiamo ammettere che il colombiano sta perseverando nel suo momento un po’ grigio. Tuttavia, c’è una costante che caratterizza questo periodo: la voglia di proporre un contributo quanto meno decente, che, nella fattispecie, si manifesta nel primo tempo: ad oggi, avere un riferimento avanzato come Kulusevski significa doversi sobbarcare il doppio del lavoro richiesto: l’11 ha fatto da terzino, ma anche da esterno offensivo. E se dal settore di destra emergono pericoli, i meriti vanno ascritti a una dose sufficiente di vivacità dell’ex della partita.

Rugani 5: niente di personale nei confronti del difensore con il 24, stampato sulla schiena, ma anche in una partita di quasi ordinaria amministrazione riesce a metterci lo zampino. In negativo, però. L’Udinese vede una volta sola la porta di Szczęsny: al 36’ del primo tempo Beto calcia in porta da ottima posizione. La fortuna della qualità di esecuzione non eccelsa non cancella la facilità con cui l’ex empolese si fa sfilare sul posto dal movimento del portoghese. Leggero e distratto, rischia di combinare la frittata a tre minuti dal 90°, tentando un anticipo aereo a centrocampo, andato a vuoto. L’intervento maldestro ha aperto un’autostrada che Success non è poi riuscito a sfruttare. Dannoso.

De Ligt 7: finalmente è tornato a comandare la difesa come solo un vero leader sa fare. In attesa di tornare a pensare di dover fare il proprio, senza curarsi particolarmente di chi lo affianca, l’olandese torna a vestire i panni di “padrone” della propria area di rigore, annullando sia gli avanti dell’Udinese sia possibili iniziative a loro destinate.

Pellegrini 5,5: rispetto ad Alex Sandro pratica un altro ritmo di calcio, specie in proiezione offensiva. Le sue accelerazioni sono proverbiali. Non si può dire lo stesso per la precisione relativa alle scelte tecniche. Un problema reiterato per tutti i 57 minuti della sua gara. (Dal 57’ De Sciglio 6,5: l’ingresso in campo di cui è reso protagonista poco prima dell’ora di gioco fa dimenticare con un colpo di spugna il disastro che ha contrassegnato la sua campagna in Supercoppa. L’aria di campionato fa bene al terzino scuola Milan: memore della gesta, avvenute nella trasferta di Roma, questi entra in campo con convinzione fin dal suo primo coinvolgimento nel match. Rispetto al suo predecessore mantiene intatto il ritmo impartito sull’out mancina: ciò che cambia è l’approccio tecnico. Un approccio, esplicitato in occasione della segnatura di McKennie attraverso un cross al bacio.)

Mckennie 7,5: definirlo ago della bilancia del centrocampo juventino rischia di rasentare i limiti dell’offesa per un giocatore diventato determinante anche negli ultimi 25-30 metri in verticale e in orizzontale. Ad impressionare maggiormente la qualità delle prestazioni come quelle di oggi è la peculiarità di sapere esattamente quali zone di campo calpestare per dare respiro a un centrocampo in difficoltà in fase di non possesso, ma, in particolar modo, con che tempistiche sganciarsi in profondità per occupare un posto in area di rigore. La rete del 2-0 non nasce da un contesto casuale, bensì viene concepita con l’idea che tanto nel cuore dei sedici metri il texano lo si trova sempre. Soprattutto se stuzzicato su uno dei piatti forti della casa: il suo magistrale terzo tempo aereo.

Arthur 7: la Juventus ha un regista. E porta il nome del centrocampista brasiliano. Quei filtranti di medio breve lunghezza sono illuminanti. Non solo perché la pressione sballata della mediana dell’Udinese su di lui lo favorisce, ma anche perché riesce sempre a trovare la zolla di campo giusta per costituire da regista offensivo. Sia senza che con la palla: a tal proposito, vedasi l’azione del gol griffato Dybala: il suo “ricamo” in verticale, che, poi, finisce per imbeccare l’argentino coniuga spiccata consueta attitudine di palleggio e personalità. Qualità che servono tanto alla Juventus. (Dal 46’ Locatelli 6: se Arthur costruisce, Locatelli si limita all’ordinaria amministrazione. Un’amministrazione forse troppo accentuata, ma utile per contenere l’arrembaggio di inizio secondo tempo dell’Udinese)   

Bentancur 6,5: l’uruguaiano dimostra una volta di più un teorema semplicissimo ed efficace: in un centrocampo a due o a tre, in cui è incaricato solo delle sue caratteristiche peculiari da mezz’ala pura, riesce a costituire una risorsa. Il versante sul centro destra viene monopolizzato dai argume tattico del 30 bianconero, che, continua a migliorare nell’opera di break, attuato su innalzamento della pressione su Makengo e Arslan. Unica pecca della sua partita? Potrebbe sfruttare meglio le sue sortite palla al piede. (Dall’82 Rabiot: s.v.)

Kulusevski 5,5: dovrebbe essere il turbo della Juventus lungo l’out di destra, ma, come da rigorosa tendenza nella sua esperienza juventina, è timido nell’attaccare lo spazio. La lentezza con cui “arresta” il lanciatissimo contropiede dei bianconeri all’11’ è l’immagine di un giocatore poco incisivo negli ultimi trenta metri. L’Udinese e, nella fattispecie, Udogie lo capiscono, tant’è che il quinto di centrocampo friulano comincia ad attaccarlo, dandogli dei segnali di partita non proprio tranquillissima, difensivamente parlando. (Dal 46’ Bernardeschi 6-: i secondi quarantacinque minuti, giocati dal numero 20, ci illustrano un giocatore sicuramente più brioso dello svedese. Sfortunatamente la sua freschezza atletica non coincide con giocate d’alta classe, anzi, forse, collima con la voglia di strafare e far esplodere il suo ego. Un ego che lo tradisce poco dopo l’ora di gioco, quando si intestardisce in un assolo di dribbling personali, il cui risultato lo trascina aldilà della linea di fondo campo piuttosto che eleggerlo a potenziale assistman per qualche compagno. Poco brillante, ma egoista.)

Dybala 7: la versione da genio e sregolatezza lascia spazio a una limited edition, fatta di grande concretezza. Quella che serve per vincere le sfide più complicate, soprattutto quando si proviene da un periodo e più, in generale, da una stagione difficile. Quella che porta a griffare il proprio nome sul tabellino dei marcatori prima con un destro che non lascia scampo a Padelli e quella che lo propizia indirettamente attraverso l’apertura verso la corrente De Sciglio, valevole, poi, il 2-0. La Juve è ai suoi piedi. Che a qualcuno in società piaccia o no.       

Kean 6+: chiariamoci, siamo ancora lontani da ciò che ci si aspetta dal numero 18 della Vecchia Signora. Ma consentiteci, questa sera mostra dei segnali di ripresa non tanto sottoporta, quanto, più che altro, nell’apparecchiare l’appuntamento con il gol ai suoi compagni: nell’azione vincente e decisiva per il match è bravissimo a privilegiare il risultato di squadra piuttosto che la propria gloria personale. Il tocco di sponda per Dybala è un gesto tecnico che implementa il suo bagaglio tecnico di quel pizzico di visione di gioco attraverso la sola “coda dell’occhio”. Un’attitudine che, almeno per questa occasione, risulta decisiva. (Dal 64’ Morata: s.v.)

Allegri 6,5

UDINESE

Padelli 6; Pérez 6+, Nuytinck 4,5, Zeegelaar 5,5; Soppy 6 (Dall’80’ Success 6,5), Arslan 6 (Dall’85 Samardžić s.v.), Walace (Dall’80’ Jajalo s.v.), Makengo 5, Udogie 6; Beto 6, Deulofeu 5 (Dal 66’ Pussetto 5,5). Cioffi 5,5

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