Tinti: "I giovani calciatori italiani sono penalizzati dal Decreto Crescita. Va eliminato"

A TMW Radio, il noto procuratore Tullio Tinti ha toccato diversi argomenti tra cui il "mistero" del costo superiore dei talenti italiani rispetto a quelli stranieri: "Di alcuni Paesi è vero. Magari un norvegese e svedese costa di meno, ma quello che incide nel nostro calcio e che combattiamo è il discorso che sono arrivati troppi stranieri qui di livello e hanno tolto il posto ai nostri giovani. Nel 2020 è stata introdotta la legge per riportare i nostri ragazzi di valore in Italia, ma questa cosa è stata estesa poi a tutti i lavoratori. Anche nel calcio uno straniero costa il 50% di meno come tassazione rispetto a un italiano. In un momento di difficoltà allora un presidente cosa fa? Così molti nostri bravi ragazzi oggi devono andare in C o D e il percorso diventa più complicato. In C magari non ha più la consapevolezza della sua forza e viene meno l'autostima. Questa norma ha fatto danni, quest'anno è stato messo un paletto sui giovani e anche sul tetto. Ma in Serie A è cambiato poco. E' stato fatto un errore e speriamo che questa normativa venga tolta. E' discriminante davvero nei confronti dei calciatori ma in generale dei lavoratori italiani".
Poi sugli stipendi dei calciatori e sulle commissioni ha aggiunto: "Solo qualche anno fa i trasferimenti erano diventati anche fin troppo importanti. Si pagavano i giocatori anche 70-80 milioni, che sono anche un'esagerazione. E poi ci si lamenta se uno costa 100 milioni e vuole 10 milioni di ingaggio. Se vale di più ovvio che chiede di più. Con costi di trasferimento più bassi guadagnerebbero di meno. Oggi si sta parlando della nostra categoria come un'entità unica poco rispettosa, ma non è così. La stragrande maggioranza è nelle regole, qualcuno magari non c'è ed è giusto combatterlo".
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