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Juve-scudetto perché no: con Spalletti si va oltre il sogno

Juve-scudetto perché no: con Spalletti si va oltre il sogno TUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 16:58Podcast
di Quintiliano Giampietro
Sei punti contro due rivali per Champions , la Juve dà un'accelerata al suo campionato: gli uomini di Spalletti possono rientrare in corsa per lo scudetto

Il successo contro la Roma dopo quello di Bologna, rilancia le ambizioni della Juve. Zona Champions League ad un passo, ma la squadra di Spalletti sta crescendo e tornare in corsa per lo scudetto non è utopia. Anzi. 

Il primo a restare con i piedi per terra è Spalletti, consapevole di quanto possa e debba migliorare la sua Juve. Ci sono ancora criticità da sistemare. Per esempio chiudere prima le partite e su questo aspetto si lavorerà molto. I numeri, come è noto, non mentono mai e quelli della Juve stuzzicano la fantasia in chiave scudetto. Considerando tutte le competizioni, finora Lucio ha guidato la Signora in 11 gare, ottenendo 7 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta, media punti 2,18 a partita. Elevata. Il messaggio di complimenti ricevuto da Elkann dopo il successo contro la Roma, certificata l'efficacia della cura. Restando solo al campionato, l'allenatore toscano ha totalizzato 14 lunghezze in 7 giornate. Una marcia da tricolore. Rispetto a quella di Tudor, la Juve spallettiana ha segnato più gol (17 contro i 15), calcia maggiormente in porta (67 a 55), ha migliore percentuale realizzativa (9,71% contro 8,82%). Meglio anche in fase difensiva: i bianconeri ora vincono più contrasti (113 a 85) e subiscono meno tiri nello specchio (33 a 47). Serve altro?

A prescindere dalle statistiche, su questa Juve la mano di Spalletti è evidente anche sotto altri aspetti. Intanto tattico. Per esempio McKennie sta diventando fondamentale, quando si accentra e di fatto diventa una seconda punta, una sorta di anarchia organizzata quella dello statunitense. “Può ribaltare la tavola in ogni momento”, la sintesi di Spalletti. Ma sono significativi anche i movimenti di Cambiaso e Conceicao, oltre a quelli Openda, decisivi per depotenziare la Roma del “dentista” Gasperini. Per i discorsi di cui sopra, ogni connotazione numerica del modulo è relativa secondo Lucio, anzi superata. Conta l'interpretazione e la maniera in cui i giocatori occupano alcuni spazi. Aver battuto due rivali come Bologna e Roma è un doppio segnale importante. Ora c'è una sequenza di impegni sulla carta agevoli: Pisa, Lecce, Sassuolo, Cremonese e Cagliari. Guai ad abbassare la guardia, sia chiaro. Sul fronte scudetto, però non siamo nel perimetro dell'utopia. Intanto sarebbe opportuno rientrare in corsa. Poi giocarsela fino alla fine.