Belli a RBN: "La Juve è uno spartito in fase di composizione. Allegri? Non mi piace più come gioca la squadra. Ecco chi vorrei..."
Sanremo è passato da un paio di settimane, ma Radio Bianconera segue la scia della principale manifestazione canora e accoglie nei propri studi un personaggio che ha saputo fondere il suo lavoro con la sua passione. La sua musica e il suo tifo irrefrenabile per la Juventus hanno prodotto l'inno della Vecchia Signora. "Juve storia di un grande amore" è lo spartito comune a tutti i tifosi bianconeri, uniti sotto la voce di Paolo Belli. È lui l'ultimo grande ospite della trasmissione odierna di "Cose di Calcio", condotta da Antonio Paolino. Ecco le sue parole:
CHE SPARTITO È LA JUVE? - "Se vogliamo parlare di questa similitudine, posso dire che lo spartito ce l'hai nella testa. Tuttavia adesso spetta all'artista metterci del proprio per essere armonica. La Juventus è un complesso di tante note, che vanno messe esattamente sul pentagramma. Questo pentagramma, però, si deve adattare agli avversari. Per il momento siamo in fase di composizione".
ALLEGRI E LA NECESSITÀ DI CAMBIARE - "Io credo che tutto dipenda dalla società che deve restare calma e deve pensare al futuro. Io dico che se non ci fosse Allegri stato l'anno scorso, avremmo barcollato fino ad affondare. Adesso, però, non mi piace più come sta giocando. Bisogna capire che la Juve è la Juve è che bisogna vincere, giocando bene. In questo senso, a me piace molto il calcio di Conte. Perchè non si riesce a vincere esprimendosi bene? Perchè mancano delle persone. Nonostante ciò, mi preme dire che tutto dipende anche da chi vede queste persone in campo".
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