Costa-Joao Mario, lo scambio che sorprende: ecco cosa ha convinto la Juventus a dire sì

Costa-Joao Mario, lo scambio che sorprende: ecco cosa ha convinto la Juventus a dire sìTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Pierpaolo Matrone
Ieri alle 00:15Primo piano
di Nerino Stravato
Nella giornata di ieri si è concretizzato uno scambio che ha fatto discutere tifosi e addetti ai lavori: Alberto Costa lascia la Juventus per accasarsi al Porto, mentre in bianconero arriva Joao Mario, terzino portoghese reduce da cinque stagioni da protagonista in maglia biancoblu. A cambiare casacca sono due giocatori dallo stesso ruolo, ma con caratteristiche, esperienze e prospettive decisamente differenti. Costa, classe 2003, 186 cm di altezza, è un esterno a tutta fascia con spiccate doti fisiche: tanta corsa, ottima resistenza e buona progressione palla al piede. Dotato di un buon colpo di testa e di una naturale inclinazione offensiva, ha mostrato grande applicazione nella fase difensiva anche se, in alcune situazioni, non è mancata qualche errore, anche abbastanza grave, dando comferma a chi lo ritiene ancora acerbo per certi palcoscenici. Arrivato alla Juventus a gennaio per 12 milioni dal Vitória Guimarães, non ha convito Thiago Motta, che non lo ha praticamente mai schierato se non per piccolissimi scampi di partita. Ha trovato  continuità invecr sotto la gestione Tudor, che lo ha valorizzato nel suo 3-4-2-1 con impiego costante e due assist messi a referto al Mondiale per Club. Ora passa al Porto per una cifra complessiva di 16 milioni, generando una plusvalenza immediata per il club bianconero e lasciando comunque un segno positivo, seppur breve, nel suo percorso juventino. Dall’altra parte arriva Joao Mario, classe 2000, 178 cm, esterno destro con maggiore esperienza e un curriculum ben più solido: 181 presenze con la maglia del Porto, condite da 5 gol e ben 26 assist. Giocatore nel giro della Nazionale portoghese, ha dimostrato di essere affidabile su entrambe le fasi: ottima resistenza fisica, velocità nello scatto breve, pulizia tecnica nel dribbling e nel passaggio, e una qualità nel cross già ben nota agli osservatori europei. Ma ciò che più ha colpito la dirigenza juventina e Tudor è una caratteristica ben precisa: l’abilità nel leggere il gioco e trovare la verticalizzazione per la punta, un elemento preziosissimo nel calcio moderno e nel sistema di gioco bianconero, che con il tecnico croato spesso preferisce la verticalità al fraseggio in orizzontale. L’esperienza maturata anche nelle competizioni europee fa di Joao Mario un profilo pronto e affidabile, probabilmente più funzionale per l’immediato. Alberto Costa, però, ha dalla sua tre anni in meno, margini di miglioramento ancora importanti e una struttura fisica che nel tempo potrebbe renderlo un profilo dominante. La Juventus sceglie oggi una maggiore solidità tecnica e mentale, ma il tempo – e soprattutto il campo – diranno se questa mossa sarà ricordata come un affare o un errore.