L'acuto col Chelsea e i ko con Sassuolo e Verona: una Juve sulle montagne russe

L'acuto col Chelsea e i ko con Sassuolo e Verona: una Juve sulle montagne russeTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
giovedì 30 dicembre 2021, 19:09Primo piano
di Daniele Petroselli

Dopo un inizio alquanto balbettante, la Juventus di Massimiliano Allegri si mette subito al lavoro per cercare di mettere una pezza a uno dei suoi più grandi difetti: la difesa. Per questo il tecnico prova subito a dare maggiore copertura alla retroguardia bianconera, anche usando una veste tattica poco usuale per il club, fatta di grande attenzione, baricentro basso e ripartenze. Da qui si riparte per la seconda puntata che racconta la prima parte di stagione della Juventus (QUI LA PRIMA PUNTATA).

L'illusione del Chelsea

Nella seconda giornata di Champions, all'Allianz arriva il Chelsea campione d'Europa. Si teme il peggio, vista la difesa colabrodo. E invece la Juve tira fuori tutto il suo carattere e il sacrificio che ci vuole. E la sfida la porta a casa, a sorpresa. Ci pensa Federico Chiesa, il più chiacchierato nell'inizio di stagione dei bianconeri, a risolvere la contesa, con un bel contropiede a inizio ripresa. L'ambiente sembra ricaricato, si parla già di partita della possibile svolta. E almeno inizialmente sembra così.

La riprova arriva nel derby di qualche giorno dopo,con il Torino che finisce ko nel finale grazie al bel gol di Manuel Locatelli. "Oltre al primo tempo contro il Milan è stata la nostra migliore partita - spiega il tecnico livornese dopo il match -. La vittoria è un altro passo in avanti. Dopo la sosta avremo delle partite dure, facciamo un passo alla volta. Nessuna svolta, dobbiamo dare continuità". Quasi a calmare i facili entusiasmo. Perché lui vede tutti i giorni la squadra e sa che in realtà serve ben altro per dare il via a un vero cambio di passo. Con la Roma infatti un altro 1-0 risicato, con i giallorossi che, a detta dell'allenatore bianconero, meriterebbero il pari. E il campanello dall'allarme suona: va bene che non si prendano più gol ma non può bastare per sempre questo tipo di gioco.

Il pari con l'Inter e i due ko di fila

L'1-0 in casa dello Zenit firmato Kulusevski è l'ennesima prova di una Juventus che fa fatica a essere realmente padrona del gioco. Con l'Inter a San Siro una prova d'orgoglio, un 1-1 che vale più del punto portato a casa. O almeno così crede Allegri, che a fine partita dice: "Il pareggio pesa molto perché è arrivato dopo una bella prestazione. Abbiamo avuto due o tre situazioni prima del pareggio in cui non abbiamo chiuso l'azione e potevamo fare meglio. Manteniamo l'Inter a tre punti e con questo pareggio abbiamo la possibilità di rosicchiare ancora qualche punto prima della sosta". Mentre sul periodo dei suoi commenta: "La poca fiducia di questo gruppo dipende soprattutto dalle prime tre partite, dove abbiamo lasciato 8 punti su 9. Bisognava ripartire dalle basi e quindi da un buon ordine in fase difensiva. Quando la squadra è in fiducia riesce ad alzarsi molto di più, ma intanto per quattro partite non abbiamo subito gol e anche stasera abbiamo concesso poco".

Già, le basi. Ma questa Juve, ancora una volta, è costretta a fare i conti con se stessa. E ritorna a ingoiare bocconi amari. Come quello in casa contro il Sassuolo, un 2-1 clamoroso dei neroverdi, capaci di pungere in pieno recupero una squadra bianconera sin troppo spregiudicata nei minuti finali per agguantare una vittoria che avrebbe fatto bene al morale. E invece tutto da rifare. Anzi. A Verona, pochi giorno dopo, un altro tonfo (2-1), pesante, firmato Giovanni Simeone. Con Allegri che parla di squadra "nevrotica" ma non solo. Infatti arriva una bella strigliata al gruppo, condita da una considerazione amarissima sulla Juventus di oggi: "Siamo in una situazione brutta: bisogna prendersi delle responsabilità e accettare la realtà. Siamo una squadra da metà classifica, abbiamo quindici punti e sono quelli che ci meritiamo. Bisogna provare vergogna, lavorare a testa bassa e stare zitti: questa è l'unica medicina che ci può far bene. Solo con la volontà ne usciremo, e sono convinto che ci tireremo fuori da questa situazione".

La prima risposta arriva nel turno successivo, quando all'Allianz Stadium la Fiorentina cade al primo minuto di recupero grazie alla rete di Cuadrado: un gol che ha regalato alla Juventus tre preziosissimi punti e a Max Allegri il successo numero 200 sulla panchina bianconera in tutte le competizioni, che gli permette di diventare il terzo allenatore a tagliare questo traguardo da quando esiste la Serie A (1929/30), dopo Trapattoni (319) e Lippi (227). "Questo ci deve far essere felice per la  vittoria di oggi, ma anche arrabbiati per i punti che abbiamo perso per strada, punti pesanti per il campionato - dirà po ia fine gara l'allenatore -. Con un’altra mentalità e più cattiveria avremmo portato a casa più punti. Non dobbiamo dimenticarci quanti punti abbiamo lasciato per strada, lo voglio ribadire". Già, una constatazione quantomai attuale e che sentiremo spesso da qui alla fine del girone di andata.