Anellucci: ''Vlahovic? Se non rende deve avere una via d’uscita''

L'agente Fifa Claudio Anellucci, intervenuto ai microfoni di 1 Station Radio, ha affrontato alcuni temi del giorno, tra cui la questione Osimhen e lo stipendio sproporzionato di Dusan Vlahovic. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Se oggi il Galatasaray venisse in Italia e portasse 75 milioni di euro da versare in cinque tranche – ad esempio dilazionati in cinque anni o in cinque sessioni di mercato – non si attiverebbe la clausola rescissoria, giusto? E il Napoli dovrebbe accontentarsi? Se fosse dalla parte del Napoli, lei si accontenterebbe o continuerebbe a tirare la corda?
“Io non mi accontenterei mai. Perché? Perché è diventato un gioco di forza, non è più un gioco legato al calciomercato. Trovo che questo gioco sia diventato stucchevole. Non ha più nulla a che vedere con le trattative di mercato vere. È diventato una sorta di… passatemi il termine, una gara a ‘chi ce l’ha più duro’. Ma alla fine, nel mercato, ci si incontra sempre. Tra club, tra dirigenti, tra agenti. Ed è proprio per questo che non capisco certi atteggiamenti. Il Galatasaray paghi tutto e subito se lo vuole, oppure si accontenti dello sforzo di De Laurentiis nell’accettare tre o quattro tranche con le giuste garanzie.”
In effetti, tutto sembra ruotare intorno a logiche economiche che spesso nulla hanno a che fare con il calcio giocato.
“Esatto. È tutto troppo incentrato su numeri, cifre, soldi. Il Napoli, ad esempio, in questo momento è ostaggio di questa situazione, ma te lo avevo già detto tempo fa, forse proprio nel tuo programma. Ricordi? Già quando si parlava del rinnovo di Osimhen a cifre folli, dissi: attenzione, perché il Napoli potrebbe restare ostaggio della sua stessa creatura.”
Oggi tanti club si ritrovano nella stessa situazione, con calciatori pagati con cifre assurde, fuori mercato, che poi non trovano nemmeno soddisfazioni sportive, una squadra… Basti pensare a Vlahovic…
“Esatto. E dirò di più: lo dico con grande rispetto per i calciatori. Quando vanno a firmare certi contratti, nessuno gli mette la pistola alla tempia. Però c’è anche una carenza di serietà da parte di alcuni agenti. È facile vantarsi di aver fatto firmare al proprio assistito un contratto da 8 milioni l’anno. Ma bisogna anche pensare alla società: se il giocatore non rende, deve avere una via d’uscita. Un contratto serio deve essere equilibrato, deve tener conto degli interessi di entrambe le parti. È così che si lavora seriamente.”
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