Un nuovo David per la Juve: Jonathan sulle orme di Trezeguet per riportare i gol a Torino

L’attaccante canadese si presenta con ambizione: la Juventus cerca in lui un centravanti da ciclo, come lo fu il francese
In casa Juventus è arrivato un nuovo David, e il richiamo a quello passato – David Trezeguet – è tutt’altro che casuale. Ieri Jonathan David si è presentato ufficialmente in conferenza stampa, ma più delle parole, sono le suggestioni a colpire: un attaccante che porta lo stesso nome di uno dei più prolifici centravanti della storia bianconera, e che arriva con la promessa, nemmeno troppo velata, di voler ripercorrere quella strada.
Non è solo una questione di anagrafe. È una questione di profilo tecnico e prospettiva. Jonathan David, canadese classe 2000, arriva dopo stagioni da protagonista al Lille, dove ha sempre viaggiato sopra i 25 gol a stagione. Agilità, freddezza sotto porta, senso del tempo e attacco alla profondità: le stesse qualità che resero Trezeguet un riferimento stabile e duraturo per la Juventus dei primi anni 2000.
La Juve, da anni, cerca un centravanti che possa andare oltre l’exploit estemporaneo, un volto che diventi garanzia, stagione dopo stagione. E l’arrivo di David sembra rispondere proprio a questa esigenza: trovare un nuovo terminale offensivo capace di dare continuità, leadership e gol. Non solo un colpo di mercato, ma una scommessa sul futuro.
“Penso sia possibile arrivare a 25 gol anche in Italia”, ha detto con sicurezza il nuovo numero 30. E poi, tra i modelli citati, anche quel Trezeguet che oggi torna di attualità non solo per nostalgia, ma per analogia: “Alla Juve mi piacevano Ronaldo, Dybala, Del Piero e Trezeguet”.
Non basta una stagione per essere ricordati. Servono anni di affidabilità, gol decisivi, fame continua. Proprio come il francese, che non era solo un finalizzatore, ma un punto fermo. E la Juventus, oggi più che mai, ha bisogno di un punto fermo offensivo, attorno a cui costruire.
Jonathan David arriva nel momento giusto, nella Juve che con Tudor sta cercando un nuovo equilibrio e una nuova identità. Lui, con i suoi colpi e il suo carattere freddo e determinato – non a caso lo chiamano Ice Man – può essere quel nuovo David che, come il precedente, entrerà nella storia bianconera a suon di reti.
Il paragone è ambizioso, certo. Ma è proprio l’ambizione a distinguere i giocatori destinati a lasciare un segno.
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