Zazzaroni attacca: "Ecco perché il Circo Infantino è il punto di non ritorno per questo calcio"

Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, non le ha mandate a dire all'indirizzo della FIFA e del suo presidente: "Il Circo Infantino che chiuderà - se Mangiafuoco vuole - domenica prossima costituisce molto probabilmente il punto di non ritorno per un calcio che negli ultimi quindici anni è cambiato assai più che nei precedenti sessanta. È cambiato il gioco. Sono cambiati gli allenatori e soprattutto i calciatori che rispetto al passato sono molto più performanti dal punto di vista fisico. La qualità dello spettacolo risente in negativo di questo - chiamiamolo così - progresso atletico: la tecnica non la fa più da padrona dal momento che si punta innanzitutto su ritmo, intensità, velocità. [...] In altre parole, da una parte dirigenti, tecnici, giocatori, agenti il cui amore per il calcio e la propensione al lavoro hanno permesso di guadagnare milioni, dall’altra uno sport trasformato da giocattolo per ricchi più o meno scemi a prerogativa di stati sovrani pieni di petrolio e società di private equity.
Nella stagione 2025/26, ad esempio, circa la metà delle 40 squadre di Serie A e B saranno controllate da fondi di investimento o proprietà straniere. Il principale problema del calcio è oggi la centralizzazione del potere: c’è il vertice unico di quella che dovrebbe essere una piramide, ma è sparito il resto, il confronto. Gianni Infantino decide per tutti, presidenti di club e federali vengono tacitati con i milioni garantiti dagli eventi e gli ex calciatori fanno da claque. Il presidente della FIFA deve aver letto Saul David Alinsky, quello de 'il potere va ai due estremi: a coloro che hanno (o trovano) i soldi e a coloro che hanno le persone'. È uno di quei momenti in cui uno o due passi indietro possono favorire un futuro migliore".
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