Dalla società alla squadra. La Juve torni a dettare le regole del gioco...

Riflettevo qualche ora fa sul come fossimo felici un anno orsono. Motta era appena sbarcato nel mondo Juventus, Giuntoli veniva descritto come lo chef stellato migliore al mondo e non vedevamo l’ora di scoprire colpi di mercato e fantasticare sulla stagione che stava per partire. Diciamoci la verità, serve anche questo, il poter sognare almeno nel periodo estivo, serve per accender entusiasmo e dimenticare le polemiche. Poi il risveglio è stato traumatico e la fine della storia la conosciamo tutti molto bene. Oggi è tutto più ovattato, regna un maggiore scettiscismo e le domande sono tante: dalle potenzialità del nostro nuovo allenatore, dalle capacità del manager attualmente tuttofare, Comolli, alla costruzione della squadra. Si sogna meno, inutile negarlo, ma sembra di vedere una Juventus maggiormente capace di dettare condizioni piuttosto che subirle. Si tratta di sensazioni, sia chiaro, visto che il mercato è appena iniziato e le scaramucce ben presto si trasformeranno in tira e molla. Però la chiusura dell’affare David, con i procuratori che sono venuti a miti consigli, lo sviluppo dell’affare Sancho, con la Juve che non recede dall’offerta iniziale, fa intravedere un vento nuovo. Dove porterà il vento naturalmente lo scopriremo cammin facendo, cosi come più avanti consoceremo le intenzioni che riguardano modulo, Tudor non si chiuda a riccio sulle sue convinzioni, e il da farsi sul capitolo attacco. L’impressione, sfumato Osimhen, è che adesso si proverà a chiudere per Kolo Muani senza investire cifre folli, dopodichè verrà valutata la possibilità di immettere un altro attaccante di ruolo per completare il reparto, oppure infoltire la batteria delle mezze punte a sostegno.
Personalmente preferisco la prima soluzione, perché vorrebbe dire utilizzare anche il 3412 e non soltanto il 3421. Le caratteristiche del centrocampo desiderato da Tudor invece sembrano emergere dai nomi che leggiamo. Giocatori fisici, capaci di proteggere una squadra a trazione magari più anteriore. Attenzione però a non sacrificare i “ piedi buoni” quelli che recentemente nel reparto mediano sono mancati. Anche qui guai a non valutare le alternative, come quelle di un centrocampo a tre che potrebbe essere più funzionale intanto alle caratteristiche dei giocatori al momento in rosa. Bisognerà capire la “ potenza” di fuoco sul mercato, ma di sicuro questa volta non andremo incontro a rivoluzioni totali. Una base sulla quale lavorare esiste e va sfruttata.
Chiaro che prima della fine di luglio dovrà essere risolta la grana Vlahovic. L’amore tra il serbo e la piazza bianconera non è mai esploso definitivamente. Molti, troppi alti e bassi, che hanno portato ad una situazione ad oggi irrimediabile. Peccato, alla fine ci perdono tutti, la Juve a livello economico, il giocatore sotto il punto di vista dell’attaccamento alla maglia e di quello che avrebbe, forse, potuto dare. Ma se il vento è cambiato lo si capirà anche da questa vicenda. Sia Comolli a dettare le regole e a far capire che anche a livello dirigenziale la Juventus sta tornando. Perché il primo passo verso il ritorno alla vittoria passa proprio dalla forza della società.

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