Una serata per dimenticare Sassuolo. Ma alcuni segnali non debbono essere sottovalutati.
C’è soltanto una cosa da fare. Voltare pagina e sperare che gli orrori di sabato siano soltanto frutto di una parentesi. Vero, siamo ancora tutti sotto shock, per una gara a tratti imbarazzante e umiliante, ma per fortuna stasera si torna in campo con la speranza che la macchia venga cancellata. Per farlo servirà una vittoria condita da una prestazione che non lasci dubbi. Soltanto cosi potremmo avere una prima risposta perché parliamoci chiaro, quella di sabato non può essere la Juventus. No, non può essere la stessa squadra che qualcosa di buono in effetti nelle prime quattro giornate di campionato aveva fatto vedere. Niente di trascendentale, ma almeno propositività, aggressività e qualche sprazzo di buon calcio lo avevamo intravisto. Perché lo ribadisco, non è una Juve da scudetto, ma non esiste vedere lo scempio di Reggio Emilia, tra una sconfitta e la vergogna c’è un mare in mezzo.
Stasera servono risposte da tutti. Dal tecnico, che però non può diventare l’unico colpevole, ai giocatori, fino alla società. Finalmente abbiamo uomini giusti al posto giusto, e questa prima fase delicata ci auguriamo che venga affrontata con la necessaria severità. Niente processi, dopo quattro giornate non servono, ma con la consapevolezza che anche una Juventus giovane, con pochi campioni, e da costruire non deve andare incontro a figure pessime come quelle del Mapei Stadium.
La sensazione è quella di una stagione che andrà avanti con una linea ondivaga, dove la continuità potrebbe rappresentare il vero problema. Ci siamo interrogati a lungo sul presunto vantaggio di non giocare le coppe, ma qui il problema sembra essere di tenuta soprattutto mentale, con un gruppo che rischia di andare in crisi alle prime difficoltà. Ecco perché affrontare subito il “ mostro” può diventare positivo, ecco perché non dover aspettare una settimana per tornare in campo deve trasformarsi questa volta in un vantaggio. Vincere stasera per scacciare i primi fantasmi, vincere per raccontare la verità alla quale tutti noi vogliamo credere, sabato è stato un classico incidente di percorso, brutto da digerire, ma possibile nel corso di una stagione.
Altrimenti l’allarme scatterà con una grande intensità già dal post Lecce. E sarebbe pericoloso per tutti, anche per le scelte eventualmente da prendere. Lo hanno capito molto bene i tifosi, maturi come non mai. Allegri non piace ad una parte di tifoseria, e questo lo sanno persino i muri, ma immaginare di cambiare allenatore già a ottobre è una scelta che viene vista come pericolosa. Certo, potrebbe esserci la suggestione Antonio Conte, ma lui accetterebbe di guidare questa squadra? Accetterebbe un progetto al ribasso? Chiederebbe delle garanzie? Perché al netto delle responsabilità dell’attuale tecnico, non possiamo e non dobbiamo mai dimenticare che in estate non è stato fatto mercato, non è stato rinforzato il reparto più in crisi come quello mediano, e che le prospettive non sono rosee dal punto di vista economico. Serve una crescita, ma a piccoli passi, elemento che non tutti magari sono pronti ad accettare. In più, dover cambiare una guida tecnica a stagione in corso non è mai ( quasi ) positivo.
La società si è presa un rischio aziendale importante, perché arrivare in Champions il prossimo anno non è importante ma addirittura fondamentale per programmare il rilancio e il futuro. Il peso sulla stomaco di sabato è ancora enorme, siamo tutti in attesa di un bel digestivo per questa sera in modo da farci passare una notte senza incubi. Chiediamo troppo?
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