Calabrò a RBN: "La sentenza sulla Juve? Parte da premesse sbagliate. Le parole di Torsello? Ha motivato l'immotivabile"

Piero Calabrò è intervenuto all'interno della trasmissione di "Cose di Calcio", condotta da Antonio Paolino. Il tema principale della chiacchierata ha poggiato sul tema, legato alla sentenza per plusvalenze fittizie e alle conseguenti parole, esclamate da Torsello, che hanno motivato la misura intrapresa. Di seguito, proponiamo le dichiarazioni dell'ex magistrato a Radio Bianconera:
SULLA CARRIERA DA GIUDICE DI GIUSTIZIA SPORTIVA - "L'autonomia della giustizia sportiva sarebbe una gran bella cosa se ci si arrivasse dopo una carriera o un concorso. C'è la corsa a fare i giudizi sportivi: da anni il CSM ha vietato ai magistrati coordinati di far parte della giustizia sportiva e, quindi, quelli che voi chiamate giudici sono spesso avvocati e professionisti di altre aree. Quando mi sono dimesso dalla magistratura, avrei potuto finalmente chiedere di far parte della giustizia sportiva. Ma, sapendo che la fede calcistica era nota anche all'esterno, non mi sarei mai permesso di poter essere invischiato all'interno di qualsivoglia decisione. Molti non solo non fanno così, ma quando hanno l'opportunità di godere di quella finestrella di notorietà parlano, venendo meno a quella funzione che, magari un altro magistrato saprebbe gestire meglio".
SULLA LETTURA DELLE CARTE PROCESSUALI DELL'INCHIESTA SULLE PLUSVALENZE - "Ho letto le carte e ci ho trovato una voglia di arrivare a una conclusione, partendo dalle premesse sbagliate. Non voglio entrare nello specifico, ma credo che, se si fosse andati davanti alla Cassazione di Roma, questa sentenza sarebbe cassata in pochissimi minuti, perché non sta in piedi. È stata formulata sulla base di un 'non processo'. Pensiamo a quanto carriere sono state rovinate con questa sentenza di qualche decina di pagine: trenta mesi di squalifica sono un ergastolo per un dirigente sportivo. Inoltre, si è introdotto in un giudizio, che doveva riprendere dal punto in cui è stato interrotto, qualche capo di incolpazione, che non esisteva prima, e a cui è stata comminata a un minimo di sanzione senza un minimo di motivazione all'interno di una norma anti giuridica per eccellenza".
SULLE PAROLE DI TORSELLO - "Il principio più velocità e meno verità è un obbrobrio giuridico. Qualunque tipo di processo deve tendere verso una verità, perché altrimenti non sarebbe un giusto processo. Il processo deve fare giustizia. Le parole di Torsello? Queste dimostrano come abbia motivato l'immotivabile. Bisognava fare tutto in fretta ed è andata così. Per fortuna, Torsello è uno di quelli che ha già deciso, quindi ci saranno altri che devono decidere e non si può rinunciare alla possibilità che questi altri abbiano l'illuminazione giusta".
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