Chiesa-Locatelli, passando per Fagioli, Miretti e Gatti: Juve made in Italy

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giovedì 24 novembre 2022, 11:45Primo piano
di Quintiliano Giampietro

Chiesa, Locatelli, Fagioli, Miretti e Gatti: la Juve vuole ricostruire uno zoccolo duro italiano. Per riacquisire un certo dna (da qualche anno latitante) e allo stesso tempo fronteggiare il momento storico, certamente difficile sotto il profilo economico. Pescare all'estero è sicuramente più costoso, tanto più se in Europa esistono corazzate come le big inglesi e il Psg, padrone assolute del mercato. Alla faccia della Superlega! Chiesa è stato preso due stagioni fa, quando aveva 23 anni. Tecnicamente forte, affamato e con una personalità spiccata, un potenziale capitano del futuro. Comunque sia, uno da Juve.

L'estate 2021 arriva Locatelli (classe 98') dopo un lunga trattativa con la “gioielleria” Sassuolo. Come Chiesa, campione d'Europa con l'Italia di Mancini. Alti e bassi nella prima stagione, dovuti anche all'impiego fuori luogo, regista in un centrocampo a tre, lui che era abituato ad una linea a due. Dopo un inizio sottotono, come del resto tutta la squadra, quest'anno Manuel è decollato, diventando titolare fisso. Interdizione, regia, cambi di gioco: insomma un taglia e cuci fondamentale per le due fasi di gioco. Segni particolari? Juventino doc. Gatti sbarca alla Continassa la scorsa estate, ventiquattrenne, proveniente dal Frosinone. Fino a quattro anni fa era nei Dilettanti, una situazione stile Torricelli. Finora non ha convinto del tutto, forse paga il salto di categoria: Deve crescere, ma ci si può lavorare.

Poi ci sono Miretti e Fagioli, rispettivamente 19 e 21 anni, prodotti della “cantera” e come Locatelli tifosi bianconeri. Il primo si era messo in mostra già nell'ultima parte della passata stagione, quando Allegri lo ha utilizzato diverse volte, facendolo esordire in Serie A e Champions. Quest'anno era partito bene, poi una leggera flessione, probabilmente fisiologica o forse dovuta all'esplosione di Fagioli. Dopo la stagione da protagonista nella Cremonese promossa in Serie A, Nicolò torna alla base. All'inizio Allegri lo vede poco, si parla di un possibile nuovo prestito a gennaio. Salvo dietrofront. Il mancato recupero di Pogba e l'infortunio di Mckennie “costringono” il tecnico ad utilizzarlo. A Lecce subentra e mette a segno il gol della vittoria (primo in Serie A), peraltro alla Del Piero, bis contro l'Inter. Una crescita continua che gli vale la titolarità. Ciliegina sulla torta per lui e per Miretti, l'esordio in Nazionale. Juve made in Italy. E non finisce qui: in attesa di capire il destino di Kean, Under 19 e Nex Gen sono pronte a sfornare altri talenti di casa nostra.