ESCLUSIVA - Alessio a BN: "La Juve di oggi è in evoluzione senza coppe, ma non paragoniamola a quella di Conte. Antonio di nuovo bianconero? Vi dico tutto"

ESCLUSIVA - Alessio a BN: "La Juve di oggi è in evoluzione senza coppe, ma non paragoniamola a quella di Conte. Antonio di nuovo bianconero? Vi dico tutto"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
venerdì 10 novembre 2023, 11:45Primo piano
di Matteo Barile
In ESCLUSIVA per BN l'ex vice allenatore della Juve di Conte, Angelo Alessio, che ha parlato della squadra attuale e di un ritorno del leccese in bianconero

La Juventus si avvicina alla sfida contro il Cagliari da seconda forza del campionato. I ventisei punti totali, acquisiti in queste prime undici giornate di Serie A. L’assenza dalle coppe europee potrebbe stare influendo sul rendimento ottimale della Vecchia Signora, che non disputava una stagione senza impegni continentali dalla stagione 2011/2012. In quella circostanza Madama era allenata da Antonio Conte e da Angelo Alessio, artefici della vittoria del primo dei nove scudetti consecutivi. Per capire se quell’impresa potrebbe essere replicabile a dodici anni di distanza, la redazione di Bianconera News ha deciso di intervistare l’ex vice dell’allenatore leccese, che si è espresso anche su un possibile ritorno di Conte alla Juventus. Di seguito, proponiamo il contenuto integrale dell’intervista in ESCLUSIVA.

Si aspettava questo inizio molto promettente da parte della Juventus in questo campionato?

Credo che, dopo la partita contro il Sassuolo, sia cambiato qualcosa a livello mentale nel dare una risposta sul campo anche per un riscatto personale da parte di tutti i giocatori. Penso che la squadra abbia preso coscienza e consapevolezza di potersela giocare. Così facendo si trova al secondo posto a due punti dall’Inter. Secondo me, sta facendo un buon campionato e, visto il momento, che riserva solo una partita a settimana, possa concentrarsi ancor di più e prepararsi meglio all’impegno in sé con i giusti allenamenti e con il giusto riposo; non deve andare in giro per l’Europa a giocare e questo potrebbe essere un vantaggio”.

In un’intervista recente Capello ha detto che non giocare le coppe porta un vantaggio di cinque o sei punti in campionato a chi non le fa. Lei sposa quest’affermazione o questa è una visione variabile in base a determinati aspetti?

Penso che giocare le coppe dà morale nell’affrontare le partite di campionato con la stessa energia di chi gioca solo un impegno, se si ha a disposizione una rosa di giocatori importante. Quindi, non ritengo che ci sia una distinzione tra le squadre che hanno solo il campionato e chi disputa anche le coppe europee”.

Lei ha vissuto l’esperienza di lavorare in una Juventus senza l’impegno infrasettimanale delle coppe europee. Come si gestisce la settimana senza questa variabile e, nella fattispecie, quali vantaggi ha dato l’assenza di coppe alla “Sua” Juventus nel concreto?

Non avendo le coppe al primo anno, potevamo chiaramente distribuire il lavoro settimanale su diversi giorni. Quindi, anche la metodologia d’allenamento è cambiata. Poi, un altro fattore da non sottovalutare è stato il tempo di recupero che non avrebbe avuto ragione d’esistere, se avessimo avuto anche le coppe. Anche chi ha avuto un piccolo infortunio può recuperare con il riposo: quando si hanno le coppe anche un giocatore in condizioni non perfette è costretto a giocare. Infine, abbiamo lavorato molto sui dettagli e sulle cose che non funzionano. Ci si può lavorare di più per perfezionare alcuni automatismi e cercare di correggere aspetti tecnici e tattici”.

Ci sono delle somiglianze tra la squadra che Lei ha vissuto in prima persona e questa Juventus o ci sono degli aspetti che le rendono diverse e, quindi, dissimili? 

Credo che siano molto diverse perché noi avevamo una rosa di calciatori importante: i giocatori che abbiamo allenato noi hanno fatto la storia della Juventus. Questa squadra è fatta da buoni giocatori, anche giovani. Tuttavia, vedendo le ultime partite, l’unica analogia che posso trovare consiste nel fatto che la squadra ha energia, è compatta ed è coesa: vuole il risultato e cerca anche il modo di ottenere il risultato, come dimostra l’ultima partita contro la Fiorentina. Questi valori ce li avevamo anche noi. È chiaro che questa squadra deve crescere ancora nella consapevolezza della squadra e dei singoli, nonostante alcuni di questi abbiano già cominciato a diventare più maturi. Kean sta crescendo di partita in partita insieme ad altri giocatori giovani, che si stanno affacciando con determinazione e voglia: parlo di Miretti e Gatti, su tutti”.

A proposito di analogie: rispetto al primo anno in cui Conte e Lei avete allenato la Juventus insieme al vostro staff, c’è stato un cambiamento di natura tattica. Siete partiti da un 4-2-4, che si è evoluto prima in 4-3-3 e poi nel definitivo 3-5-2. L’attuale Juventus di Allegri è partita con un atteggiamento tattico diverso rispetto al passato, risultando più offensiva, salvo ritornare a essere maggiormente conservativa. Perché con Conte avete deciso di stravolgere le vostre idee iniziali e perché Allegri ha deciso di rispolverare il “vecchio” modo di giocare?

Credo si tratti di una decisione di egual natura. Noi siamo arrivati a giocare in quel modo, perché avevamo una serie di calciatori che si adattavano bene al 3-5-2. Allegri è tornato indietro, perché si è reso conto che, sbilanciandosi, il campo da difendere era troppo. Anche in questa situazione, a mio avviso, vedo una decisione dettata dalle caratteristiche dei calciatori. Alla fine, lo scopo è lo stesso: fare risultato e vincere. E, al momento, il campo gli sta dando ragione”.

Nell’eterna battaglia, che caratterizza il mondo del calcio e che divide “giochisti” e “risultatisti”, Lei si schiera più nella seconda fazione, quindi?

Tutti vorrebbero vedere la propria squadra giocare un calcio più offensivo e bello da vedere, però penso che si debba badare a un risultato da ottenere. La Juventus è in evoluzione e credo che, piano piano, arriverà a giocare un calcio diverso, fatto di maggior mole di gioco e di più occasioni da goal”.

In linea di massima, promuove il lavoro che Allegri sta svolgendo alla Juventus in questo terzo anno di seconda “vita” in bianconero?  

Allegri si è adattato alle caratteristiche e al momento che vivono la squadra e la società. Lui è stato bravo a contribuire nella crescita costante di alcuni giocatori e ciò porterà a un beneficio nel gioco”.

Prima, Lei ha fatto riferimento diretto a Gatti, Miretti e Kean come calciatori in evoluzione nella Juventus. Secondo Lei, in questa categoria ci sono anche Chiesa e Vlahovic?

A mio avviso, sia Chiesa che Vlahovic sono partiti molto bene, segnando diversi goal e fornendo prestazioni importanti. Soltanto gli infortuni li hanno fermati. Riprendere è un po’ difficile: ci vuole un po’ di tempo, anche perché possono occorrere delle ricadute. E questo è stato il caso di questi due giocatori, che hanno rallentato quanto di buono stavano facendo vedere. Io credo che, se vogliamo vedere una Juve bella, molto dipende dal recupero completo di Chiesa e Vlahovic”.

Chiudiamo con il capitolo relativo a un possibile ritorno di Conte alla Juventus: nei giorni scorsi, Moggi ha svelato che il desiderio di Conte è quello di tornare sulla panchina bianconera. Poi, però, ha ridimensionato queste dichiarazioni, sostenendo come queste siano state riportate male dagli organi di stampa (LEGGI QUI LE PAROLE PRONUNCIATE A RADIO BIANCONERA). Tuttavia, non possiamo dimenticare quanto Conte ha rivelato il desiderio di allenare squadre importanti come Roma e Napoli. A quale dei due desideri possiamo credere maggiormente?

È difficilissimo fare previsioni in questo senso, ma credo che gli farebbe piacere tornare alla Juventus in futuro. In ogni caso, credo che Antonio abbia in mente di godersi questo riposo per poi cogliere la giusta opportunità per la prossima stagione. Se la Juventus dovesse farsi avanti, non direbbe di no… Roma e Napoli? Anche se ha aperto a queste possibilità, non è detto che ci vada…”.

Lei gli consiglierebbe di tornare alla Juve?

Come si fa a dire di no alla Juve? Sicuramente gli consiglierei di tornarci, però credo anche che la Juventus abbia un allenatore che sta facendo bene e che è blindato da un contratto. Quindi, non penso che sia una cosa realizzabile nel futuro prossimo”.