Gravina, i rapporti con Ceferin e la poltrona imbullonata

Gravina, i rapporti con Ceferin e la poltrona imbullonataTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 22 marzo 2023, 18:00Primo piano
di Franco Leonetti

Ciò che si affacciava agli albori non ha niente a che fare con quello che poteva essere e non è mai stato. Così si potrebbe sintetizzare l’ascesa al trono della Figc, da parte di Gabriele Gravina, eletto con una percentuale, più che bulgara, a Presidente della Federcalcio italiana. Il 22 ottobre 2018, l’elezione di Gravina chiude l’Assemblea elettiva tenutasi nella consueta cornice dell’Hotel Hilton di Roma, davanti a tutto il gotha del calcio italiano e internazionale, dal presidente della Fifa Gianni Infantino in giù. A omaggiare il nuovo monarca tutto l’assetto dirigenziale Uefa con Giorgio Marchetti che, in assenza del grande capo Ceferin, reca la sua benedizione, con Infantino che saluta con entusiasmo la sua elezione: “Il commissariamento è una sconfitta ma ora siete qui e sta a voi cambiare le cose. Deve essere il calcio dal suo interno a risolvere i propri problemi, non serve una tutela esterna. La Fifa è con voi, è qui per aiutarvi perché il calcio mondiale ha bisogno di una federazione italiana forte. Ho visto il programma di Gravina, è molto ambizioso e avrà bisogno di tutti voi: ci sono riforme da realizzare e il bisogno di far crescere l'amore della gente per il calcio. Questa è la responsabilità più grande, anche se a volte ci dimentichiamo di essere al servizio di milioni di appassionati”.

E proprio questa ultima frase stride pesantemente e fa riflettere ancor di più di questi tempi, dopo oltre 4 anni e mezzo di reggenza, tante parole e pochissimi fatti, ma in quel giorno l’unico dato sbandierato, in mezzo a tanti proclami andati a vuoto, era il dato schiacciante del 97,20% dei voti per l’elezione, con tanti media che vaticinavano l’accadimento, come un segnale incoraggiante per il futuro del calcio italiano. A ripensarci oggi: una vera battuta da palco di cabaret. Oltre a parlare tanto, tantissimo, di riforme mai messe in pratica, Gravina stringe, da subito, rapporti fitti con Fifa e Uefa e il suo mentore diventa, inevitabilmente, il capo del vapore, il “supremo” Aleksander Čeferin. Il 17 maggio 2019 prende istantaneamente posizione contrastante su una generica idea che circola negli ambienti buoni, si vocifera della volontà di costruire una SuperChampions in opposizione alla Uefa. Il presidente Figc non perde tempo e dichiara:”Siamo contrari alla costituzione di una SuperChampions”. Posizione, ovviamente, suggerita dalla Uefa che si riunirà il giorno seguente, a Budapest, in presenza delle 55 Federazioni Europee, sul tema della riforma delle competizioni internazionali, progetto in nuce che pesca spunti da un’idea del presidente della Juventus Andrea Agnelli. Il “Legame Indissolubile”, o per meglio dire l’asse costruito con Ceferin, Gravina lo sciorina, scientemente, all’atto fondativo della SuperLega; dopo l’alzata di scudi disperata di Ceferin, il numero 1 di Via Allegri tuona sonoramente, indicando la via del pugno di ferro, in data 23 aprile 2021, cercando di varare in maniera immediata una nuova norma anti-SuperLega: chi lavora alla scissione europea non può iscriversi in Serie A. Dose rincarata tre giorni dopo, in piena bagarre e campagna delirio contro la SuperLega in tutta Europa, Gravina, sempre più al fianco di Ceferin dichiara che: ”…chi ritiene di voler partecipare a una competizione non prevista e non autorizzata da Figc, Uefa e Fifa, perderà l'affiliazione. Se entro la scadenza delle domande ai campionati nazionali, qualcuno aderisce ad altri campionati di natura privatistica, è fuori”.

Insomma o i club si pentono o saranno fuori: fuori da cosa poi. Questi atti di onorata fedeltà e supporto totale a Ceferin e questa battaglia acerrima e molto dialettica contro il “demone SuperLega”, vengono premiati poco dopo: il 20 aprile 2022, Gabriele Gravina viene eletto nel comitato esecutivo dell'Uefa ricevendo 53 preferenze su 55, risultando il più votato tra i candidati. Il presidente della Federcalcio, nel congresso di Montreux, si lascia andare a dichiarazioni sdolcinate:”Ci aspettano delle sfide importanti, il mio impegno sarà volto allo sviluppo organico di tutto il calcio continentale. Sono molto felice, un consenso così ampio rappresenta un orgoglio e uno straordinario riconoscimento alla politica della Figc negli ultimi due anni”. Aggiungendo:”Ringrazio il presidente Ceferin e tutti i colleghi delle federazioni che hanno voluto riconoscermi questo grande attestato di fiducia”. Il carrozzone ormai è ben saldo e delineato, Gravina diventa l’alter ego di Ceferin in Italia, e "casualmente", ogni volta che il reggente Uefa si lascia andare a parole di condanna, ricche di proposopea, nei confronti del nuovo ventilato progetto del calcio europeo, Gravina rilascia commenti di ammonimento seguendo la strada maestra indicata. Così accade ogni volta, a maggior ragione quando viene nominato il Ceo della SuperLega Bernd Reichart, quando lo stesso si muove per sondare la disponibilità di altri club per un’eventuale adesione, quando viene lanciato il decalogo meritocratico della SuperLega oppure quando arriva lo smacco Uefa, per mano del Tribunale di Madrid, che impone la non sanzionabilità dei club fondatori della SuperLega.

Gravina al fianco della Uefa e di Ceferin, sempre e comunque, in ogni occasione. Il 23 febbraio scorso Gravina e Ceferin siedono, fianco a fianco, in tribuna a San Siro per Inter-Porto, il 27 febbraio il presidente Federcalcio torna a tuonare sulla SuperLega definita:"Una logica perversa". Per poi lanciarsi verso il futuro, doppiando i sentiment già espressi dal grande capo Ceferin:” Sono molto fiducioso riguardante la decisione della Corte UE, ma su questo tema la posizione della Figc è stata chiara sin dall’inizio. Noi riteniamo che la SuperLega, o ciò che oggi è diventata, è sicuramente una risposta sbagliata ad un problema che c’è ed è concreto, che riguarda la sostenibilità del business calcistico ad alti livelli".

Insomma, se Gravina in Italia parla senza costrutto, da anni, di riforme dei campionati, senza averci mai messo mano, il tamburo battente del carro Ceferin lo mantiene in linea di galleggiamento a livello europeo, con tanto di poltrona. Un presidente federale avvinghiato strenuamente al carro Uefa che, nei prossimi mesi, dovrà passare sotto al giogo del Tribunale di Giustizia Ue per il verdetto definitivo della disputa Uefa-SuperLega. Gravina sa bene che la situazione esplosiva italica, vedasi il procedimento della giustizia sportiva nei confronti della Juventus per le plusvalenze, gli sta riservando numerosissimi attacchi, dissensi, e potrebbe serbargli sorprese amarissime e problematiche prive di soluzioni. E in quel caso il mentore sloveno, potrà fare poco o nulla per restaurare l'inerzia.