Koopmeiners: "Essere alla Juve vuol dire convivere con le pressioni e a me piace. Non vedo l'ora di iniziare"
La Juventus ha fissato per oggi la conferenza stampa di presentazione di Teun Koopmeiners di cui potrete seguire la diretta testuale qui su BianconeraNews.it. Il centrocampista olandese, vero colpo da novanta del mercato condotto da Cristiano Giuntoli, risponde alle domande dei cronisti.
Quali sono le tue prime sensazioni dopo due settimane a Torino?
Questi primi giorni sono stati fantastici e molto emozionanti. Avevo moltissime aspettative che sono state soddisfatte, dall'ambiente al rapporto con l'allenatore e con i compagni. È stato davvero molto bello avere un po' di giorni per poterci preparare per le prossime partite e per conoscere meglio la squadra, sono davvero molto felice ed emozionato per l'iniozio di questa nuova avventura.
Quando hai scelto la Juventus?
Da quando ero bambino ho sempre guardato le grandi squadre e tra queste c'era anche la Juventus. Quando sono arrivato in Italia mi sono reso conto di quanto fosse eccezionale per la Serie A. Quando giocavo all'Atalanta in questo stadio ho respirato l'atmosfera incredibile di questo club, per cui è da tempo che pensavo alla possibilità di giocare qui. Quando ne ho avuto la possibilità non ho avuto nessun dubbio, c'era una sola squadra nella quale avrei voluto trasferirmi e questa era proprio la Juventus.
C'è stato un lungo periodo prima del tuo passaggio alla Juve, come hai passato quei giorni? C'è stato un momento nel quale hai pensato che il trasferimento potesse saltare?
Sì c'è voluto un po' di tempo ma sono felice di essere qui. Il mondo del calcio a volte è difficile e anche per i calciatori in alcuni momenti c'è da aspettare e non si sa cosa possa accadere, ma sono sempre stato fiducioso che il mio trasferimento alla Juve sarebbe andato in porto e infatti alla fine abbiamo centrato questo obiettivo.
Abbiamo sentito le dichiarazioni di Gasperini che ti ha definito una vittima, qual è la tua versione? Come vi siete lasciati con l'allenatore e con il club?
Penso che la cosa più importante è che all'Atalanta ho vissuto anni bellissimi, soprattutto l'ultima stagione nella quale abbiamo vinto un trofeo prestigioso, il mio primo personale. A Bergamo sono cresciuto tanto come uomo e non solo come calciatore. La città è sempre stata meravigliosa con me e la mia famiglia, sono stato molto felice di vivere tre anni a Bergamo ma nell'arco della carriera di un calciatore le cose possono cambiare. Nell'Atalanta sono stato benissimo, ma adesso sono felice di aver iniziato questa nuova avventura.
Ti sei dato degli obiettivi magari sul numero dei gol?
I miei prossimi obiettivi non riguardano il numero di gol o assist. Per l'importante è la squadra e anche l'allenatore vuole avere questo tipo di felling. Sul campo voglio prendermi le mie responsabilità per cui adesso voglio integrarmi al meglio ed aiutare i miei compagni, magari anche segnando dei gol.
Nei tre anni in Italia in cosa ti senti migliorato di più e in cosa pensi di dover migliorare?
In Olanda ho giocato anche come difensore centrale ed è vero che quando sono arrivato in Italia non tutti mi conoscevano per cui ho giocato in più ruoli, anche come ala. A me piace il ruolo di centrocampista, ma se devo imparare qualcosa mi piacerebbe diventare un giocatore più poliedrico e completo, perchè spostandosi avanti o indietro nel campo si impara anche a vedere la partita da una prospettiva diversa. Ho dei feeling molto positivi in questo senso, spero di diventare un centrocampista a tutto tondo
Come stai vivendo le aspettative dei tifosi su di te?
Innanzitutto voglio ringraziare tutti i tifosi che mi hanno accolto qui, è stato incredibile. Per me le aspettative sono qualcosa che i calciatori amano avere, a me piacciono le responsabilità, la pressione in un club come la Juve è normale ma è qualcosa che io da calciatore cerco, mi piace.
Come mai hai scelto il numero 8?
Per me è un numero molto importante, ho sempre giocato con il numero 8, sono cresciuto con questo numero per cui per me è molto importante.
Motta ti ha già dato delle indicazioni? In cosa è diverso da Gasperini?
Ci sono delle somiglianze perchè anche lui ama allenamenti intensi e pressing, ed è un aspetto che io apprezzo. Per quanto riguarda le differenze, forse la linea difensiva...ma è sempre difficile dire queste cose, perchè durante le partite gli schieramenti cambiano
Motta ti ha dato qualche consiglio? C'è qualcuno dei compagni che dal punto di vista tecnico ti ha già colpito?
L'allenatore mi ha dato un ottimo benvenuto e mi è sembrato molto esigente. Ho parlato con tutti i miei compagni ed ho conosciuto la squadra, il feeling è davvero positivo. Con Motta ho parlato di tattica ma anche del modo in cui lui vuole che ci approcciamo all'allenamento in generale. C'è fame ed energia in questo gruppo e questo mi entusiasma.
Col mister su quale posizionamento a centrocampo avete lavorato? L'esordio con la Juve in Champions contro il PSV rappresenta per te una partita un po' speciale?
Credo che il mio ruolo sarà quello di giocare dietro agli attaccanti e mi piace molto perchè l'ho ricoperto negli ultimi anni, mi ci trovo bene, ma a centrocampo posso giocare in più posizioni, dipenderà dalle partite e da ciò che chiede il mister. È chiaro che l'esordio in Champions sarà speciale, perchè giocheremo davanti ai nostri tifosi. Conosco molto bene il PSV e con alcuni dei loro giocatori ho giocato insieme, posso aiutare la mia squadra anche nella lettura delle loro tattiche.
Come stai fisicamente? Pensi di poter giocare dall'inizio?
Mi sento davvero molto bene, sono in forma anche grazie agli allenamenti delle ultime due settimane. Sono stato contento di poter giocare un tempo contro la Roma e anche dopo quella partita sono stato benissimo. Sono pronto a partire dal primo minuto.
C'è qualche calciatore della Juve a cui ti sei ispirato?
Beh direi Zinedine Zidane che è stato un calciatore eccezionale e per molti è stato fonte di ispirazione. Ma direi anche Andrea Pirlo o Marchisio che ha indossato il numero 8. Qui sono passati tantissimi calciatori eccezionali.
Hai parlato della Juve con de Ligt? Hai già visitato il J Museum?
Sì ho parlato con Matthijs in Nazionale e quando c'erano già delle voci abbiamo parlato della città e del club. Non sono stato ancora al J Museum ma ci andrò, in questi giorni ho visitato molto Torino, sono stato al Musei del Cinema e mi piacerebbe visitare anche il Museo Egizio.
Ti senti già un leader di questa squadra?
Ovviamente come giocatore la responsabilità è quella di aiutare nel modo migliore la squadra. Ho sempre voluto essere un leader anche senza fascia di capitano, ma credo che qui tutti cerchino di dare il proprio contributo e di prendersi le proprie responsabilità.
Secondo te la Juve è pronta a vincere lo Scudetto?
Ovviamente questo è un club che nella storia ha vinto tantissimo e questo è il nostro obiettivo. Ma al momento è importante procedere per gradi, partita dopo partita. Sono arrivati tantissimi calciatori ed avremo bisogno di tempo per conoscerci e imparare a giocare insieme, pian piano i risultati arriveranno.
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