La responsabilità pesa, come la maglia Juventus - le contropagelle di Marco Sanfelici

JUVENTUS - MILAN 0 a 0
DI GREGORIO 6 Ha due tifosi estemporanei: Pulisic e Leao. Graziato dal primo che tira un rigore che Guida si sente di concedere, come non se la sentì quella volta contro il Genoa; assolto con formula piena da una conclusione del portoghese invereconda. Sul rigore si butta dalla parte sbagliata, sul tiro di Leao resta immobile come una statuina da presepe. Respinge un tiraccio del solito Leao in modo talmente goffo da sembrare efficace.
GATTI 6,5 Difende su Gimenez e Pulisic uscendo incontro al giocatore di turno con buon tempismo. Quello che perde se deve stoppare un pallone. Sostiene l’azione anche con certe licenze, ma in fondo è lo juventino che più si avvicina alla rete, Maignan permettendo.
RUGANI 6 Bremer è di un altro pianeta, ma se la cava anche in modo discreto, tenendo conto che resta in campo, anche con i crampi, per 85 minuti e concedendo a Gimenez solo un colpo di testa nella prima frazione. (KOSTIC S.V. Il suo impiego costringe Cambiaso a cambiare fascia e Kalulu ad arretrare a fare il centrale. Della serie: siamo contati, contatissimi dietro)
KELLY 6,5 Beh, se c’è qualcuno che sta crescendo, uno di questi è Lloyd. Ormai è una sicurezza a sinistra e non si accontenta più di solo difendere, ma inizia ad appropriarsi di tutto il lato, andando a chiudere con palle in mezzo. Sicuramente il migliore del reparto difendente: siccome questo è ciò che passa il convento.
KALULU 6 Esce dalla difesa e cerca sistematicamente Cico. Poi il folletto viene sostituito e il mister cambia modulo. Così si trova a fare il...Bremer. Ma Pierre non molla.
LOCATELLI 6 Vittima di una partita bloccata come una sfida Fischer – Spaskij con la patta scritta nelle stelle. Cuce la manovra, ma non trova mai uno spazio in cui verticalizzare. I compagni sono tutti “marcati” e diventa difficile incidere.
McKENNIE 6,5 Weston è il re del “lavoro sporco”. Difficilmente si concede ai riflettori, ma lavora nell’ombra della sostanza. Quando la squadra sembra perdere smalto e le azioni del Milan sembrano prendere il sopravvento, l’americanino spazza, respinge, chiude e rilancia, in un modo molto “piemontese”: senza far rumore e con tanta discrezione.
CAMBIASO 5,5 Signori, Andrea è un giocatore che, o eccelle o fa fatica. Contro il Milan non delude di brutto, ma fatica alla grande. Saelamaekers è un cliente tutt’altro che comodo ma che si affievolisce col passare del tempo. In avanti il suo contributo non sempre è concreto e lineare.
CONCEICAO 6,5 Certamente il bianconero che più crea grattacapi alla difesa rossonera. Un paio di sgasate con pallone in mezzo creano uno scompiglio non indifferente. Una viene messa in corner, l’altra viene abortita da David con relativa scivolata degna di Buster Keaton. Dato che non si presentano occasioni di brillare nella ripresa, cede il posto a Openda nel tentativo di giocare con 2 punte. (OPENDA 5,5 Tanto fumo e di arrosto neanche la parvenza. Si piega dunque alla routine di fare filtro tra i primi in opposizione alle ripartenze avversarie)
YILDIZ 6 Schiacciato dal compito di cavare le castagne dal fuoco. Si impegna a creare problemi, ma spesso il problema suo è se stesso. Non ha mai uno scatto fluido e poco per volta si sfila verso il lato sinistro, allontanandosi dalla zona nevralgica. Fine della pericolosità (THURAM 6 Una ventina di minuti per riprendere il filo del discorso, inaugurando un centrocampo a 3 invocato da tanti, ma in versione 3 – 5 – 2. Triangola al limite dell’area alla ricerca dello spazio giusto, ma gli tocca desistere)
DAVID 5 Dispiace doverlo sottolineare, ma finora ha ciccato la palla una quantità di volte e in modo così clamoroso, da far affiorare il ricordo di tal Pacione Marco. Clamorosa la scivolata sul piede perno nel tentativo di girare in porta un traversone basso di Conceiçao. Dopo la rete “mangiata” a Villareal, la ciofeca della serata è un duro colpo alle speranze di vederlo a 2 cifre a fine campionato (VLAHOVIC 6 Gira e rigira è la punta migliore del parco attaccanti e non deve poi impegnarsi allo stremo per dimostrarlo. Gioca 20 minuti senza ricevere un pallone giocabile, ma rincorrendo ogni avversario, chiudendo anche con perfetto tempismo a metà campo, prendendo, unico tra i padroni di casa, applausi. Perché la gente vuole vedere sudare la maglia e lui lo fa. Magari se potesse giocare anche qualche pallone decente…)
TUDOR 5,5 Finisce abbastanza presto la voglia di cercare la vittoria. Non mi riferisco al match in questione nello specifico. Mi riferisco a come nelle ultime uscite esprima un malcelato timore di rischiare la sconfitta. Gli si dovrebbe ricordare che è meglio vincere e perdere in 2 partite che pareggiarle entrambi. Paradossalmente la vittoria contro l’Inter e la rimonta sul Borussia sembra abbiano convinto oltre misura la truppa di essere una squadra che può lottare per chissà quali traguardi. La cosa ha ingenerato mentalmente un senso di responsabilità che attanaglia chi ha il pallone tra i piedi. In tutto ciò il mister che fa? Inventa formazioni discutibili, decide cambi che lasciano perplessi e rischia di mischiare le carte senza un pizzico di logica. Il timore di incontrare una squadra forte di 3 vittorie filate diventa palpabile quando rafforza il centrocampo in chiave difensiva e toglie i trequartisti per coprirsi. Più o meno della stessa entità di rinunciare a cercare di vincere, come a Villareal nei minuti finali. Là il castigo arrivò dalla testa di Veiga, questa volta Leao concede la grazia, senza contare che Pulisic la combina grossa. La sosta viene propizia per scaricare la tensione e riordinare le idee, ma già ci sono 3 squadre davanti e Roma e Napoli a 3 punti. Non si può più perdere terreno, se si vuole lottare per qualcosa di importante e non solo per vivacchiare facendo piccolo cabotaggio.
Marco Edoardo SANFELICI
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