Due indizi e una frase fanno una prova: Spalletti sta aggiustando la Juve
Il successo contro l'Udinese in Coppa Italia, terzo consecutivo, aumenta la fiducia sulla possibilità che la Juve possa risalire. Palese il lavoro di Spalletti e non solo di natura tecnico/tattica.
Guai ad illudersi, ogni vittoria va contestualizzata e analizzata in base all'avversario, ma la Juve sta dando segnali di crescita, grazie a Spalletti. Il terzo sigillo consecutivo, considerando campionato e coppe, aiuta e non poco, è vitamina pura per il processo di risalita sotto ogni aspetto. Il primo indizio riguarda l'atteggiamento, teso sempre e comunque ad avere in mano il pallino del gioco. Non si tratta di un possesso sterile, l'obiettivo è di segnare e vincere. E' perfino banale dirlo. La certificazione sono le parole dell'allenatore nel post Udinese, quando dopo un successo, sottolinea il fatto di non aver chiuso prima la gara. Il leone utilizza la sua forza anche con un topolino, per dirla alla Luciano. Questione di mentalità e qui si vede la differenza con i suoi predecessori: Motta non ossessionato dalla vittoria, Tudor vedeva il bicchiere mezzo pieno anche dopo un pareggio invece deludente. Di Kalulu la frase chiave su Lucio: “Il mister è venuto con la sua visione di calcio: ha standard alti, ha già vinto e siamo con lui”.
La Juve di Spalletti progredisce step by step, sperando possa ritrovare il suo vecchio status. Un altro indizio è la convinzione del tecnico toscano, rispetto alla sua idea di gioco. Per esempio il passaggio alla difesa a 4. Si è visto qualcosa in Coppa Italia. L'infortunio di Gatti complica i piani, in ogni caso bisogna aspettare i ritorni di Bremer e Rugani. L'allenatore ha bene in testa la squadra ideale. Out Vlahovic? David e Openda tocca a voi. Il tecnico ama i “piedi buoni”. Così Miretti e Koopeminers a centrocampo possono essere un'opzione. Meglio ripeterlo, nessun eccesso di euforia, ma con la consapevolezza nei propri mezzi. Qui Spalletti indossa il camice dello psicologo. Dalla fucilata nella notte (Yildiz), alla miccia accesa che può esplodere all'improvviso (Zhegrova), passando per il pollaio, in cui Kenan può far male. Pillole mediatiche divertenti, ma significative. La Juve è come uno studente universitario. Prima gli esami abbordabili, poi il classico “mattone”, libro di tante pagine e difficile. In questo caso si chiama Napoli. Appuntamento al Maradona domenica sera. Lucio per la prima da ex dopo la conquista dello scudetto, contro Conte. Intrecci tra passato, presente e forse futuro. Tutto in bianconero.
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