Patteggiamento con la giustizia sportiva non è ammissione di colpevolezza

Patteggiamento con la giustizia sportiva non è ammissione di colpevolezzaTUTTOmercatoWEB.com
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venerdì 31 marzo 2023, 16:45Primo piano
di Mirko Nicolino
Secondo il Corriere dello Sport, la Juventus andrebbe verso il patteggiamento per la manovra stipendi "ammettendo le proprie colpe", ma non è proprio così

Sui quotidiani sportivi di oggi troviamo una carrellata di ipotesi sul possibile esito dei processi sportivi che coinvolgono la Juventus. Dalle plusvalenze, con l’appuntamento del 19 aprile al Collegio di Garanzia presso il Coni, alla manovra stipendi, passando poi per le partnership con altri club, che stando alle ultime indiscrezioni potrebbe slittare nel tempo. L’obiettivo del procuratore federale Chiné sarebbe chiaro: escludere la Juve dalla zona della classifica che consente l’accesso alle coppe europee e per questo le richieste dei prossimi processi sportivi sarebbero commisurate a quanto accadrà il 19 aprile. Se fosse confermato il -15, almeno per la manovra stipendi le richieste sarebbe più “blande”, ovvero una maxi multa e pochi punti (se non alcuno) di penalizzazione. Se, invece, i punti per le plusvalenze fossero restituiti, le richieste del procuratore Figc sarebbero più “hard”. Stiamo commentando delle ipotesi, per carità, che però lasciano obiettivamente basiti di fronte a questa giustizia sportiva: le pene non sono commisurate ai presunti reati commessi, bensì all’obiettivo della giustizia sportiva, che ragionando su più processi potrebbe così tarare le proprie sentenze. Aberrante.

Detto questo, il Corriere dello Sport ipotizza che, per chiudere ogni questione prima dell’inizio del prossimo campionato, con la Juventus che dunque vedrebbe almeno per ora condizionata una sola classifica e non due, la dirigenza bianconera potrebbe ricorrere al patteggiamento sugli stipendi, “ammettendo le proprie colpe”. Qui, però, ci dobbiamo fermare, perché il patteggiamento nell’ambito della giustizia sportiva - regolato dagli articoli 23 e 24 del codice - non è affatto un’ammissione di colpevolezza. Sebbene sia stato per semplificare “mutuato” dalla giustizia ordinaria, non funzionano allo stesso modo e poi ricordiamo che la giustizia sportiva ha organi inquirenti per natura deboli, che si appoggiano alle indagini delle Procure.

Nella forma, l’onere della prova è sempre a carico dell’accusa, ma nella sostanza per gli imputati dei processi sportivi difendersi è molto complicato. Per questioni di tempo in primis, perché l’obiettivo è quello di non fermare le competizioni, ma anche per sostanza. Potremmo qui approfondire, ma non lo facciamo, la questione relativa alle carte non sempre consegnate a club e tesserati accusati, che è stata evidenziata con un ricorso al TAR da Fabio Paratici e che sarà oggetto di pronunciamento da parte del Consiglio di Stato. Al di là di questo, è fin troppo evidente, che seppur ritenendosi innocenti, gli accusati che si presentano di fronte alla giustizia sportiva, possono non essere in grado di dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio la propria innocenza. Di conseguenza, anche se l’accusa non può dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio la colpevolezza degli imputati, si può addivenire ad una “applicazione di sanzioni su richiesta delle parti”. Per semplificare, gli imputati accettano di levarsi un dente con uno sconto di pena di un terzo, se il patteggiamento avviene entro il primo grado di giudizio, e vissero tutti felici e contenti, con lo show che può proseguire senza ulteriori intoppi.

Per citare un intervento caro alla community di Ju29ro, quello dell’avvocato Antonio De Rensis, che a suo tempo difese Antonio Conte, se il processo penale è "garantista" (almeno nella forma), il processo sportivo è "accusatorio". Il patteggiamento, inoltre, prima di essere proposto al Tribunale Federale, viene concordato sotto forma di mutua collaborazione tra Procura Federale (l’organo inquirente) e l’imputato, sulla base delle risultanze disponibili fino a quel momento. E non sono rari i casi (vedasi proprio il precedente di Conte) in cui l’applicazione delle sanzioni non trovi concordia tra le parti (in quel caso l’accusa) e dunque il patteggiamento non vada a buon fine. Cosa farà la Juventus, dunque, al momento non è dato saperlo perché se in un primo momento sembrava potesse esserci collaborazione in questo senso per la manovra stipendi, qualcosa sembra essere cambiato dopo l’affaire della carta Covisoc, che ha indubbiamente infuocato i rapporti con la Figc. L’ad bianconero Scanavino ribadisce oggi che il club si difenderà “serenamente” e con fiducia. “Di più non possiamo dire”, aggiunge. Nemmeno noi.