Tether, Exor e Juventus: offerte, strategie e linee invalicabili
Negli ultimi mesi il rapporto tra Tether ed Exor ha attirato l’attenzione dei tifosi della Juventus, ma anche degli osservatori finanziari , alimentando ipotesi e speculazioni sul futuro del club bianconero. Un dialogo, va chiarito, c’è già stato: la holding della famiglia Agnelli-Elkann non ha mai escluso a priori possibili collaborazioni con il colosso delle criptovalute, ma ha sempre posto un limite netto e non negoziabile sulla cessione della maggioranza del club.
Questo orientamento è stato ribadito anche dopo l’ultima assemblea dei soci, nonostante la reazione dura di Tether, formalizzata in un comunicato che ha evidenziato frizioni e visioni divergenti. La nuova mossa di Paolo Ardoino, con un’offerta per l’acquisto di una quota della Juventus a un valore inferiore a quello attribuito dal mercato alla “Vecchia Signora”, rappresenta però un ulteriore tassello della sua strategia. Secondo indiscrezioni, infatti, si tratterebbe solo della prima di una serie di proposte, chiaramente al rialzo.
La posizione di John Elkann, tuttavia, non cambia. La Juventus non è in vendita e la questione non è economica. Il legame con il club viene descritto come affettivo, identitario, parte integrante della storia della famiglia e del gruppo Exor. In questo contesto, è plausibile che l’offerta di Tether possa comunque produrre un effetto: non un cambio di proprietà, ma una possibile apertura ad altre forme di collaborazione, magari sul fronte dell’innovazione finanziaria o digitale.
L’unico scenario in grado di rimettere davvero in discussione gli equilibri proprietari resta, al momento, un eventuale ritorno di Andrea Agnelli, sostenuto da un gruppo solido. Fino ad allora, la Juventus resterà saldamente nelle mani di Exor.
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