Tudor via l'integralismo tattico: la sua Juve può cambiare modulo

Tudor vuole rispondere a chi lo accusa di integralismo e prepara nuovi vestiti tattici per la Juve. E' vero, finora, salvo qualche sprazzo di gara, Igor non si è discostato dal suo 3-4-2-1, ma tra campionato, Mondiale per Club e test amichevoli, non ha avuto molte gare a disposizione per eventuali svolte. E' necessario studiare nuove opzioni, rispetto all'avversario, al tipo di partita, ma soprattutto alle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Per rilanciare Koopmeiners, ad esempio, il centrocampo a due non è ideale. L'olandese probabilmente è più produttivo da mezzala. Possibile una linea a 5, con licenza di svariare e all'occorrenza portarsi anche sulla trequarti, per gli inserimenti o come supporto per gli attaccanti. Vale per Teun, così come per tutti. Se passasse alla tanto invocata difesa 4, ecco che in mediana si potrebbe aggiungere un elemento con caratteristiche da regista, manca da tempo alla squadra bianconera.
Sul fronte offensivo le opzioni per la Juve sono diverse. Yildiz potrebbe essere l'ago della bilancia. Uno dei due trequartisti, dietro all'unica punta, o da solo per illuminare il doppio centravanti, sarebbe un 3-4-1-2. L'importante è tenere il giovane turco il più possibile vicino alla porta, a differenza di quanto non facesse Motta che nel suo 4-2-3-1, lo schierava praticamente sulla linea laterale. Delitto calcistico. David e Kolo Muani, nessuno dei due ha caratteristiche non proprio da 9 vero, quindi l'intercambiabilità diventa un'arma importante per le dinamiche di gioco. In buona sostanza non ci sarebbe un vero e punto di riferimento. Salvo l'impiego di Vlahovic nel caso in cui restasse. Per il momento siano nel campo delle ipotesi, come detto molto dipenderà anche dagli acquisti. Comunque sia, l'integralismo tattico ormai non ha più diritto di cittadinanza nel calcio moderno. Serve elasticità per diventare un top coach. Tudor lo sa.
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