Agnese Bonfantini, cuore viola e anima bianconera: “Ora sono io il modello per le bambine”

Nel cuore di Agnese Bonfantini battono due colori: il viola della Fiorentina che oggi la ospita in prestito, e il bianconero della Juventus, che ne detiene il cartellino. Ma sopra ogni maglia c’è un sentimento più forte, più autentico: la gratitudine. La stessa che traspare dalle parole pronunciate durante l’intervista concessa a Vivo Azzurro TV, e rilanciate da TuttoMercatoWeb.
“Alla piccola Agnese direi: meno male che ti sei data una calmata”, scherza, con quel tono lieve e ironico che solo chi ha fatto pace col proprio passato sa usare. “Sono nata in una famiglia di pallavolisti, ma fin da subito preferivo rincorrere un pallone con i miei compagni di scuola. A sei anni mia madre mi iscrisse in una squadra diversa, convinta che senza i miei amici mi sarei annoiata. E invece ho trovato nuovi legami, nuove motivazioni. E non ho più smesso”.
Un racconto che si fa subito umano, tenero, buffo: “A dieci anni provai la pallavolo, ma confondevo i gesti tecnici. Con la palla usavo i piedi anche lì, e al calcio continuavo a prenderla con le mani. Una volta presi anche un cartellino rosso. A quel punto dissi ai miei genitori che volevo dedicarmi solo al calcio. Loro mi capirono e mi sostennero, facendo tanti sacrifici. Oggi posso dire che ho fatto bene a insistere, anche per ripagarli”. Poi il passaggio più toccante, quello che definisce la parabola di una carriera diventata esempio: “Io da bambina mi ispiravo a un calciatore. Oggi ci sono ragazzine che guardano a me come punto di riferimento. È qualcosa di inspiegabile, un onore enorme”.
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