FACCE DA JUVE - Hugo Ekitike, il bomber che ricorda Re David

Certe volte, più che un colpo, serve un’intuizione. E in un calcio dove i numeri girano più veloci dei palloni, ci sono giocatori che sembrano attraversare il campo con un’altra idea di spazio e di ritmo. Hugo Ekitike è uno di questi. Ha 23 anni, è francese, e un talento che si sta facendo largo senza strepiti, ma con stile.

Nato a Reims nel 2002, Hugo ha attraversato da giovanissimo le rotte di chi vuole arrivare presto: ha mosso i primi passi in Ligue 1, ha flirtato con il PSG, ma ha trovato se stesso a Francoforte, in quella Germania che, da sempre, fa bene a chi ha il talento e la testa giusta. Con l’Eintracht, in questa stagione, ha già messo insieme 22 gol e 12 assist in 48 partite tra Bundesliga, Europa League e Coppa di Germania. Ma più che il numero dei gol, è il modo in cui li segna a far pensare.

Ekitike non è il classico attaccante da area. È alto, certo. Ma non è solo fisico: ha tocchi morbidi, visione periferica, e quella calma che i grandi attaccanti – quelli veri – hanno nel sangue. Non si agita, non esagera. Si smarca con naturalezza, spesso si abbassa a cucire il gioco, e sa aspettare il momento giusto. Come Trezeguet, ma con la voglia di partecipare al fraseggio. Come Ibrahimović giovane, ma con più leggerezza e meno rumore.

Alla Juve lo osservano. Forse non è ancora una pista calda, forse è solo un nome segnato tra gli appunti di Giuntoli. Ma nel mondo bianconero, dove si cerca un attaccante che sappia finalizzare ma anche pensare, uno come Ekitike non può passare inosservato. È francese, come tanti volti che hanno fatto la storia recente della Signora. Parla il linguaggio elegante del gol, senza l’arroganza della star. E sa alternare la verticalità alla pausa.
In un calcio che corre, Ekitike sa ancora camminare quando serve. E forse è proprio questo, oggi, a renderlo interessante. E forse juventino, domani.