Platini: ''Quando Agnelli mi disse che dovevamo vincere la Coppa dei Campioni risposi che ci avrei pensato io''

Intervenuto nel corso del Festival dello Sport a Trento, l'ex leggenda della Juventus Michel Platini, ha trattato varie tematiche quali il suo passato trascorso alla Vecchia Signora e la recente assoluzione dall'accusa di frode a danno della FIFA di cui stava per diventare presidente.
ASSOLUZIONE - ''Dieci giorni fa ho ricevuto la lettera della giustizia svizzera che era tutto finito, ma è andata avanti per dieci anni. Non so perchè sia successo, ma la vita è fatta così. Poi non è da escludere che ci sia un contropiede''.
PASSATO ALLA JUVENTUS - ''Perchè ero simpatico anche a quelli che non tifavano Juve? Forse perchè non ho mai preso in giro i miei avversari, tanto meno le tifoserie. Ho giocato seguendo la mia filosofia: in Francia le persone che vanno allo stadio sono spettatori, in Italia sono tifosi. E' stata una vita un po' bizzarra. Quando ho chiuso con la Juve ho detto ad Agnelli che ero stanco, non ne potevo più e non ho firmato un nuovo contratto. Alla Juve sono costato poco perchè ero svincolato. Ha dato più la Juve a me che io alla Juve. Sono stufo dei calciatori che dicono che vogliono entrare nella storia. Tu vai e giochi per una società, per i tifosi''.
MANCATO PASSAGGIO ALL'INTER NEGLI ANNI 70' - ''Avevo firmato con l'Inter due anni prima di andare alla Juventus, ma le frontiere erano chiuse perchè in Italia gli stranieri non potevano arrivare. Quando la Juve è venuta a cercarmi sono stato rispettoso e ho chiamato l'Inter per informarli. Non conoscevo Agnelli e mi disse che dovevamo vincere la Coppa dei Campioni e io gli dissi ''Facile, ci penso io''.''
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