Roberto Baggio: "Fiorentina? Non volevo andarmene via ma non perché rifiutavo la Juve"

Al podcast di Gianluca Gazzoli, Roberto Baggio ha parlato della sua carriera e non solo: "Non ho rimpianti, a parte il rigore di Pasadena nella finale contro il Brasile, perché in carriera ho fatto di tutto e di più. Quando ho smesso, è stata una liberazione. Il lunedì e il martedì dovevo restare a riposo perché dopo la partita mi si gonfiavano le ginocchia. Andavo avanti soltanto per la passione, ho lasciato quando ancora ero a un certo livello".
E ha continuato: "L'addio alla Fiorentina? Io non volevo andarmene ma non perché rifiutavo la Juve, ma perché non volevo andarmene da Firenze. Mi sentivo in debito con le persone. Dopo la mia cessione ci fu la preparazione dei Mondiali di Italia '90 a Coverciano e le persone erano avvelenate. Ci furono incidenti per tre giorni e quella cosa mi toccò molto. Il loro amore si scatenò in un inferno. Il lancio della sciarpa? Si parla tanto del calcio pieno di mercenari e poi quando c'è uno che dimostra affetto subito viene etichettato. Quel gesto a me venne spontaneo. Era il minimo che potessi fare. Non era una mancanza di rispetto alla Juve, era un dire grazie a Firenze. Si volle creare un caso sul nulla, come quando mi accusarono di essermi tirato indietro sul rigore contro i viola quando in realtà era già stato deciso da Maifredi in settimana che i rigori al Franchi li avrebbe battuti De Agostini".
Sulla Juventus ha poi detto: "Mi volle l'Avvocato Agnelli, avevamo un bel rapporto. Mi chiamava spesso alle 6:00 di mattina per chiedermi come stessi, com'era andata la partita. Era molto presente".
E poi ha elogiato il campione di tennis Jannik Sinner: "Il primo post che ha pubblicato mia figlia Valentina sul mio Instagram, è stato per celebrare le imprese di Sinner. Mi ha colpito profondamente, è un esempio meraviglioso per tutti i giovani. Io posso augurargli di restare per sempre così. Il mondo ha bisogno di uomini come lui".
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