Vlahovic, il Sultano: 30 milioni alla Juve, 10 al giocatore. Il Fenerbahçe tenta il colpo

Istanbul, giugno inoltrato. Il Bosforo sonnecchia, ma nei piani alti del Fenerbahçe non c’è tempo per ammirare i gabbiani: lì si pensa a come riempire il vuoto lasciato da Edin Dzeko. E il nome, sussurrato con rispetto, è uno solo: Dusan Vlahovic.
Il serbo della Juventus è più di un’idea. È un progetto concreto. Trenta milioni sul tavolo per i bianconeri, dieci netti a stagione per lui: roba che in Italia ti fanno un monumento se solo la pensi. E figuriamoci se la firmi. La Juventus, d’altro canto, non vive di poesia. Vlahovic pesa sul bilancio per dodici milioni netti, ventiquattro lordi. Una tassa annuale su un giocatore che, tra infortuni e allenatori musoni, ha brillato a intermittenza. A Torino non lo diranno mai apertamente, ma una valigia pronta fa sempre comodo.
Il problema – per gli altri club – è che quei dieci milioni offerti in riva al Bosforo sono imprendibili. Non si tratta di amore o di prestigio, ma di numeri, zeri, conti correnti. E allora il serbo riflette. Istanbul non è Torino, ma ha il fascino antico dell’Oriente, la passione viscerale della Süper Lig e la voglia di rivalsa di un ragazzo che ha ancora molto da dimostrare. Magari lontano dai riflettori di un calcio che lo ha coccolato e poi dimenticato.
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