Caro D(j)ario, tra Bonucci e Pogba bisogna (anche) pensare al campo

Caro D(j)ario, tra Bonucci e Pogba bisogna (anche) pensare al campo
giovedì 14 settembre 2023, 17:00Caro D(j)ario...
di Dario Ghiringhelli

Caro D(j)ario,

cos’è che diceva Allegri a inizio stagione? “Finalmente quest’anno potremo concentrarci solo su quello che succederà sul terreno di gioco”, o qualcosa di molto simile a questo. Ecco, sembra la classica “autogufata” alla luce degli ultimi avvenimenti riguardanti Bonucci e Pogba.

Di Bonucci faccio anche fatica a parlare. So che c’è qualcuno che è d’accordo con lui, e a detta sua anche molti calciatori gli hanno mostrato solidarietà e vicinanza. A me sembra che una Società che ti ha fatto fare oltre 500 presenze, che ti ha lasciato andare via sbattendo la porta (al Milan) e ti ha fatto tornare ridandoti anche la fascia da capitano (per quanto mi riguarda sbagliando), che ti ha lasciato la possibilità di scegliere in un ventaglio di almeno 5-6 squadre (Roma, Lazio, Samp, Genoa e Union Berlino), che ti ha consentito di andare a giocare la Champions e che ti paga pure un pezzo dello stipendio non possa essere accusata di chissà che danni d’immagine. Per quanto mi riguarda, il danno di immagine se lo sta facendo da solo. Credo sia semplicemente una versione adattata al calcio della sindrome di Peter Pan, in cui Bonucci non vuole accettare l’idea di essere a fine carriera (anche l’anno scorso le partite saltate per infortunio sono state tantissime) e pesta i piedi per voler essere a tutti i costi ancora protagonista.

Su Pogba non so più cosa dirti. Ci sono rimasto davvero malissimo perché se forse non credevo davvero fino in fondo al suo pieno recupero, sicuramente ci ho sperato tanto. Il livello tecnico è talmente alto che speravo con ogni cellula del mio corpo che a piccoli passi, anche piccolissimi, a forza di aggiungere 5 minuti a partita si arrivasse a fargli fare prima un tempo intero, poi partire titolare, e poi magari anche finire una partita, fosse anche stato allo scadere della stagione. Avevo già sensazione che se il minutaggio non fosse aumentato entro Natale il mercato invernale sarebbe stato il termine della sua seconda avventura bianconera, ma mai più avrei potuto immaginare un epilogo di questo genere. Che poi epilogo è una parola grossa, la vicenda è tutt’altro che chiusa e anzi giusto oggi è arrivata la conferma che Paul ha chiesto, come da suo diritto, che vengano effettuate le controanalisi rispetto a quelle che hanno evidenziato la positività ai metaboliti del testosterone. Ognuno si è fatto la sua idea, la mia è che sia stato decisamente “pollo”. Credo davvero alla sua “buona fede”, come si dice in questi casi, che però cade nella dabbenaggine in situazioni importanti come questa. Se la ricostruzione è corretta, aver assunto un farmaco prescritto da un medico americano, dove peraltro la normativa in termini di sostanze chimiche ammesse e non è diversa dalla nostra, senza averlo comunicato ai medici della Juventus è una leggerezza che rischia di costare carissima, in senso stretto e in senso lato: la carriera potrebbe chiudersi definitivamente se arrivasse la pena massima che può essere fino a 4 anni, e la Juventus in determinate condizioni avrebbe diritto alla risoluzione del contratto. In ogni caso si prospetta nella migliore delle ipotesi uno stop di diverse settimane, che toglierà forse definitivamente Pogba dalle disponibilità di Allegri.

In fondo al tunnel, un po’ di luce, per il presente e il futuro prossimo: Fagioli ha vinto il premio Gentleman Fairplay per la Juventus per la stagione passata oltre che il premio speciale intitolato a Gianluca Vialli e si appresta a tornare a pieno regime (e senza Pogba servirà ancora di più); quanto a Federico Chiesa, il vero valore aggiunto della Juve fin qui, sembra aver assorbito il fastidio muscolare patito in nazionale e sabato dovrebbe esserci contro la Lazio. Lui e Pogba sarebbero dovuti essere i “nuovi acquisti” per questa stagione; che almeno Federico continui come ha cominciato: giocando, correndo e segnando

Dario