Affare fatto!

Affare fatto!TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 12 giugno 2022, 13:04Editoriale
di Roberto De Frede
È meglio scoprire di essere stati ingannati sul prezzo che sulla qualità della merce. (Baltasar Graciàn)

In un mondo dove tutto scorre più veloce di quanto noi potessimo immaginare, si fa mercato, si vende e si compra, si contratta, si litiga, rimbalzano cifre astronomiche, si baratta, si sorride, ci si esalta e ci si deprime… ma di cosa se il mercato è ancora chiuso?! Pura immaginazione, specchietto per le allodole, soltanto nomi che scorrono veloci sulle testate dei giornali, saltellando di squadra in squadra, e immagini modificate con photoshop di calciatori con casacche nuove tirate a lucido pronte per la prossima stagione.

In questa fase di non-mercato, di “pre-mercato”, di chiacchiericcio, di allestimenti di bancarelle rionali e scrivanie lussuose, di assegni da staccare ma non staccati, si tenta forse di porre le basi per colpi importanti, sperando che all’apertura del caos ufficiale le fondamenta di oggi restino tali e non si sgretolino, come spesso purtroppo capita nel mondo contemporaneo, fatto di strette di mano eteree e oleose, lontanissime da quelle salde e valide più di uno chèque in bianco, del calcio romantico di Boniperti e dei fratelli Agnelli, e mi riferisco all’avvocato Gianni e al dottor Umberto, dei Furino, Zoff, Scirea, Del Piero, e ahimè dei Chiellini (ad avercene un altro subito!).

Le società, i procuratori e i media ci fanno vivere su un arcobaleno caotico, bello, colorato, ma evanescente, semmai ascoltando la musica rock psichedelica dei Traffic, Cream o dei Byrds. Tanto è che già all’aeroporto i tifosi sono pronti ad accogliere Koulibaly e Bremer, Pogba e Di Maria, e io aggiungerei anche Lewandowski e Kane… tanto perché non fare un altro giro su quell’arco colorato tanto affascinante quanto imprendibile? È tutto gratuito… per ora. Dico per ora, perché se poi tutte queste figurine restano nelle loro bustine, senza completare l’album, come la mettiamo? Il dispiacere sarà forte e non più gratuito, e soprattutto la Juventus saprà tornare vincente senza acquisti di spessore e tanto agognati dai tifosi, e soprattutto dall’allenatore?

Allegri deve necessariamente restare almeno un altro anno. Questo ormai è certo, sarebbe a dir poco umoristico e controproducente il contrario.  Ma ci deve rimanere come dice lui, altrimenti sarà un altro anno inutile e tutte le eventuali critiche finali rimbalzeranno su un muro di gomma. La Juventus non vuole aspettare per rivincere, quindi ha bisogno di campioni esperti, che conoscono a memoria l’inno della Champions. La linea verde lasciamola alla “Primavera, tanto si è capito che in Italia, ma forse nel mondo, le squadre che vogliono vincere subito sono allestite con giocatori già maturi ed esperti. I costruttori di progetti… gli amanti del futuro se ne facciano una ragione.

Piccola parentesi tonda… La Nazionale? Ma la Nazionale è un’altra cosa. Mancini non può “acquistare”, può solo scegliere ciò che già c’è in giro in Italia e di italiano, e quindi da lui i giovani sono ben accetti… per necessità!  

Tornando a bomba, come si suol dire, probabilmente, come “primo affare” bianconero sarebbe il caso fare un po’ di sana e concreta pulizia in casa, diciamo una sorta di spazio lucidato per i nuovi futuri ospiti: i signori Pellegrini, Rugani, De Sciglio, Alex Sandro, Arthur, Ramsey, Kean, Kaio Jorge (Dybala ormai non più “menzionabile”) dove li mettiamo? Continuiamo a stipendiarli facendoli però accomodare in tribuna a non far danni in campo, o peggio li facciamo giocare contagiando con il loro nongioco qualche figurina rara e preziosa che arriverà? A proposito di pulizia - forse ho udito male… - si parla di salutare Cuadrado e Morata: mi sapreste dire un solo motivo tecnico-tattico per il quale sarebbe cosa buona e giusta mandar via questi due campioni juventini, tra i pochi negli ultimi tempi ad onorare la casacca? Sul mercato, quello non impossibile, ci sono validi sostituti dello stesso valore e esperienza? Quindi cominciamo a non fare affari con effetto boomerang.

A pensarci bene il mercato è proprio dell’uomo. L’inclinazione allo scambio, al baratto, alla permuta di un oggetto con un altro, è comune a tutti gli uomini e non si trova in nessun altro animale. Questa incontrollabile frenesia porta spesso ad errori, piccoli e gravi, un po’ come il vizio del gioco. La società è esperta, quest’anno è il centenario della famiglia Agnelli al comando della Juventus, errori non ci saranno. Il problema dunque, o meglio l’obiettivo, è fare un affare, l’affare dell’anno: quella diabolica operazione economica, che comporta acquisto, perdita o trasformazione di ricchezza. Speriamo che l’affare per noi non sia un pacco con sorprese poco gradite.

Gli affari sono affari, vanno avanti a tutto, in quanto, dove si tratta d’interessi, i sentimenti e le altre considerazioni non hanno più importanza. Le bandiere, la maglia, i cuori… tutto va in secondo piano rispetto all’argent! Il mondo va così! E il calcio, il sistema calcio fa parte del mondo, a volte oserei dire è il mondo! Del resto la frase è largamente proverbiale, spesso citata nella forma dolce francese les affaires sont les affaires, titolo di una commedia di Mirbeau, la quale causticamente ritraeva, nella figura di un uomo d’affari, la decadenza della società moderna, per la quale gli interessi pratici contano assai più che le ragioni del cuore.

Tutto giusto… ma l’ultima Juventus campione d’Europa in squadra aveva uomini che rispondevano ai nomi di Torricelli, Pessotto, Vierchowod, Di Livio, Tacchinardi, Conte, Padovano, Ravanelli gente con il dna vincente bianconero, che scendeva in campo dando l’anima, ragionando col cuore, dimenticando il loro commercialista e molti critici inizialmente non avevano associato al loro nome quello di “affare”.

Affare fatto… di sicuro se riavessimo quelle bandiere!