Essenziale concentrarsi sull’attualità, poi arriverà il futuro
Astrarsi dalla realtà è divenuta una prassi consolidata nel mondo del calcio. Un esercizio costante per cercare vie di fuga rivolte all’ignoto, con la speranza che i sogni, di ognuno, possano materializzarsi, trovando una realizzazione concreta. Pratica pindarica discutibile, poichè slegata dalla realtà quotidiana, abbandonando il pragmatismo a favore della chimera da inseguire. Se si seguono assiduamente fonti d’informazione, social, media, e le “opinioni illuminate” espresse di minuto in minuto in piena diretta, la stagione pare essere già terminata da un pezzo. Messa in archivio con obiettivi ormai certificati e ottenuti: invece non è così. Paradossale come tantissimi, in primis le fonti d’informazione, siano proiettati quasi esclusivamente al futuro di casa Juventus, tralasciando le partite, gli impegni e le competizioni in cui i bianconeri sono ancora impegnati. Il futuro, e la costruzione di esso, dipenderà molto, moltissimo, da ciò che la Juve riuscirà a raggiungere come obiettivi sul campo, qualificazione Champions in primis. Una disgraziata assenza di Madama dalla massima competizione europea del prossimo anno, sarebbe un disastro economico senza pari, che metterebbe in terrificante difficoltà proprietà e club. Una sciagura totale da evitare a tutti i costi.
Vero che a questo punto della stagione la Juventus, complici anche alcuni fattori sportivi concatenati, per non andare in Champions dovrebbe mettere in scena un perfetto suicidio calcistico; i punti incamerati e il rendimento elevato della prima parte di stagione hanno creato un solco, una sorta di salvagente che ad oggi, però, non ha ancora decretato nulla, a livello aritmetico. Ergo, la Juventus deve ancora conquistare punti in classifica, vincere partite, e assicurarsi il conseguimento del risultato europeo con match da portare a casa, in primis l’appuntamento di stasera, a Cagliari, campo ostico non sempre favorevole ai colori bianconeri. Poi arriverà la semifinale di Coppa Italia contro la Lazio, martedì prossimo, altra sfida di peso che può regalare, ad Allegri e ai suoi ragazzi, la finale del trofeo. Insomma, la realtà quotidiana della Vecchia Signora conta molto di più delle previsioni e della filosofia spicciola ostentata da tanti, e il momento impone la massima concentrazione su allenamenti, campo, prestazione in gara ed esiti di fine match: sul finale di stagione i risultati valgono doppio, a volte triplo, per galvanizzare la squadra, spronandola nel centrare gli obiettivi, prefissati ad inizio dell’annata.
Il futuro affascina sempre, polarizza le attenzioni dei tifosi, focalizza il mercato, creando un mondo parallelo che spesso, colpevolmente, rende l’attualità un fattore dato per scontato e passato in giudicato. Ma come detto da Allegri qualche giorno fa in conferenza stampa: “Il futuro è adesso” e si chiama Cagliari; i rossoblù sono in forma e rappresentano una formazione che ha reso complicatissima la vita ad Atalanta e Inter, guidata da una vecchia volpe, argentata e pregiata, della panchina come Claudio Ranieri. Per la Juve è essenziale e doveroso concentrarsi esclusivamente su una tappa come quella che si consumerà in terra sarda, perché dopo un derby dai forti toni in chiaroscuro, una vittoria farebbe compiere un salto, probabilmente, quasi decisivo per staccare il biglietto verso l’Europa. Vivere la realtà, con radici ben affondate nel terreno del pragmatismo è doveroso, e visto anche il momento non positivo che si vive alla Continassa, ciò che conta è portare a casa la posta piena, il resto vale zero.
Zero come le elucubrazioni divinatorie di qualcuno, le fantasie vestite da indiscrezioni, le previsioni futuriste di ciò che potrà accadere sulla panchina bianconera o in sede di calciomercato estivo. La Juve si è cacciata da sola in questa buia e profonda buca, e da sola deve cercare di uscirne con prestazioni e soprattutto risultati, perché a 6 giornate dal termine del campionato, servono solo quelli. Possibilmente conseguiti con rabbia, determinazione, precisione davanti alla porta e voglia bruciante di battere l’avversario, tutte caratteristiche che sono mancate, da fine gennaio in poi, in seno ad un gruppo di poca personalità e fragile, sia mentalmente che tecnicamente. Il futuro, inteso come previsioni e chiacchiericci, può tranquillamente attendere, solo con un presente solido e concreto si possono porre le basi per i tempi che verranno. Costruire un fulgido avvenire è un obbligo in casa Juventus, ma tutto passa attraverso l’attualità poco felice che si vive, giorno dopo giorno, in bianconero. In questo momento la vera natura del futuro si chiama Cagliari, il resto si materializzerà a fine stagione, e sarà figlio dei frutti ottenuti sul terreno di gioco.
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