Caos calmo dopo il ko col City e la richiesta di patteggiamento di Agnelli

La Juve cade rovinosamente sotto il peso del Manchester e vola comunque agli ottavi del Mondiale, scivolando nella parte destra del tabellone dove se la dovrà giocare domani col Real Madrid, per tentare di rialzarsi e sperare di aggiungere qualcosa di convincente dopo la buonissima partenza nella competizione. Facile, dirà più di qualcuno, battere i modesti avversari dei primi due turni, umiliante invece non aver saputo opporre resistenza adeguata ad un Manchester superiore non solo negli investimenti fatti, già solo, per arrivare attrezzato a questo Mondiale.
Il più forte normalmente vince, ma chi parte sfavorito dovrebbe comunque rendere più difficile la vita all'avversario, quantomeno con le idee di un progetto tecnico che invece ha fatto riemergere molti dei suoi limiti con la pesante complicità, questa volta, dell'allenatore. Troppo o poco turnover non è il vero problema, quanto l'opportunità di utilizzare giocatori sfiduciati nella partita più delicata del girone. La Juve era già qualificata, vero, ma proprio per questo aveva nelle sue mani il destino e il dovere di non lasciarsi confondere con una squadra qualsiasi, tipo Al-Ain, Wydad o qualcosa di simile. Rendersi però conto del proprio livello è il primo traguardo da raggiungere per risalire la scala gerarchica. A Tudor mancano almeno 3 giocatori, ma anche più tempo per maturare al timone della Juventus. Il mercato ora è tenuto in stallo dallo stipendio di Vlahovic pronto a schizzare dal primo luglio a 12 milioni, per gentile concessione di Arrivabene & soci. Non sarà una situazione facile da sbrigliare perché nessuno si accollerà quell'ingaggio e la nuova società non ha ancora, oltre i due direttori sportivi, la forza e la cattiveria per gestire situazioni così complesse. Il difensore Balerdi del Marsiglia e l'attaccante David del Lille aspettano segnali, ma non all'infinito. Tutto da decifrare anche il mercato in uscita: dagli scontenti Weah e Mbangula, ai rottamabili Gonzalez, Douglas Luiz, Rugani e Kostic. Senza dimenticare che contro-rivoluzionare, un anno appena dopo l'ultima deludente manovra, produrrà i medesimi rischi.
Patteggiamento – Nel caos calmo di questi giorni non possiamo dimenticare la richiesta di patteggiamento, a 6 anni di distanza dai fatti, dei vertici della Juventus di allora per il caso delle plusvalenze, guarda caso riferibili secondo le varie Procure – sportive e non - esclusivamente ai bianconeri. Il tema divide e allarga la sua ombra questa volta sulla volontà di Andrea Agnelli e gran parte di quel management di “patteggiare” nell'inchiesta Prisma. Le accuse contestate sono di di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. Bisognerà attendere il 22 settembre per conoscere la decisione del gip che potrebbe anche rigettare la richiesta e rispedire tutto al giudizio ordinario. Mentre chi avrà continuato ad agire nello stesso modo dei bianconeri, avrà già tirato le somme di una nuova stagione, senza effetti e conseguenze negative. E anche di questa anomalia dovrà occuparsene, senza deroghe e rinvii, il nuovo corso societario chiamato a farsi “sentire” nel rispetto delle regole uguali davvero per tutti.

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