Crederci è un dovere, illudersi sarebbe controproducente. Ma l'Inter se lo deve sudare e deve continuare a tremare

Crederci è un dovere, illudersi sarebbe controproducente. Ma l'Inter se lo deve sudare e deve continuare a tremareTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 31 gennaio 2024, 14:22Editoriale
di Vincenzo Marangio
Se sei della Juve  non accetti di arrivare secondo e devi provare il sorpasso, fosse anche all'ultima giornata come il famoso 5 maggio, crederci, fino alla fine...

Se sei della Juve non accetti di arrivare secondo, o meglio, ci puoi anche arrivare ma la vivi male e anche se non combatti ad armi pari devi inseguire la vittoria, perché è nel DNA di questo club, e dei suoi tifosi, il concetto di vittoria come unica cosa che conta, come unico obiettivo da perseguire e per cui prepararsi e lottare. Poi, è chiaro, non sempre si può vincere ma la mancata vittoria non deve essere una possibilità a cui assuefarsi e da mettere in conto, deve essere sempre e soltanto una lezione da imparare. Questo se sei della Juve, altrove se perdono trovano mille alibi, alla Juve questo non deve esistere.

Chi non è juventino tende a banalizzare e condannare il motto tutto bianconero del "vincere è l'unica cosa che conta" dicono che è antisportivo, che è "diseducativo per i bambini" e tante altre sciocchezze. Il concetto di vittoria è più ampio di quanto non si sforzino di capire e accompagna anche le diverse fasi di crescita. Per un bambino la vittoria deve essere racchiusa nel divertimento, nel vivere il gioco come una fase di crescita in cui imparare il concetto della comunità, di giocare di squadra essendo disposti non solo a perdere ma ad imparare tanto dalle sconfitte. A livelli amatoriali, invece, si gareggia sempre per vincere, ma la sconfitta ovviamente la metti in conto e c'è sempre spazio per un terzo tempo o per una rivincita rimescolando le squadre.

A livelli professionistici, quando in ballo ci sono grandi obiettivi, milioni di persone che ci credono e tanti soldi per sostenere squadre costose, non veniteci a raccontare che l'importante è partecipare, perché vogliono tutti giustamente vincere.

A differenza di chi si nasconde perché è più abituato alla sconfitta, la Juventus sa che vincere è l'unico obiettivo possibile e lo dichiara apertamente, è consapevole che se vince deve pensare alla prossima vittoria  che sarà la più importante e che se perde deve capire in fretta cosa non ha funzionato per sistemarlo e costruire cicli di vittorie, domini e non successi isolati di un solo anno. Ed è con questa ambizione che, dopo tre anni difficili, la Juventus sta lavorando alle fondamenta del futuro con il grande lavoro che stanno facendo Giuntoli, Manna e lo stesso Allegri. Ma non è ancora il momento di pretendere la vittoria perché davanti c'è una squadra che, nel frattempo, sono tre anni che si struttura per vincere e che, nonostante sia finanziata da creditori che molto probabilmente la rileveranno perché per Suning sarà impossibile pagare il debito, è stata sempre appoggiata da una Federazione che, invece, lo scorso anno ha letteralmente perseguitato la Juventus

Cda costretto a dimettersi, una dirigenza affidata alle mani di esperti legali che hanno poche conoscenze del mondo del calcio e la necessità di affidarsi a Giuntoli che, però, è stato liberato soltanto a luglio scorso e non perché "scaldava da sei mesi la branda in casa Napoli" ma perché era il valore aggiunto che ha portato addirittura il club partenopeo dopo 33 anni a vincere il terzo scudetto della sua storia. Giuntoli è arrivato a luglio in un club che gli ha messo da subito le cose in chiaro: non ci sono soldi da spendere e non potendo giocare nelle coppe non ci saranno neanche introiti per un mercato di gennaio ed è obbligatorio, vitale, qualificarsi per la prossima Champions League. Siamo già all'alba della quarta giornata di ritorno e la Juventus ha già 18 punti di vantaggio sulla quinta in classifica con un posto nell'Europa che conta già praticamente al sicuro.

Un cammino che l'ha spedita immediatamente alle spalle dell'Inter che, dal canto suo, non aveva messo in conto di dover duellare con i bianconeri e invece gli uomini di Allegri sono lì dietro, a lampeggiare nello specchietto retrovisore dell'Inter, senza soste e senza poter fare mercato a gennaio (a meno di clamorose occasioni) e quindi no, non ha assolutamente l'obbligo di vincere, anzi, ma se sei della Juve  non accetti di arrivare secondo e devi provare il sorpasso, fosse anche all'ultima giornata come il famoso 5 maggio, crederci, fino alla fine...