Il Natale della svolta?
È l’augurio di tutti i tifosi della Juventus: che questo Natale sia finalmente quello della svolta dopo che negli ultimi anni dalle parti del J Museum abbia fatto capolino solo una Coppa Italia. Male, certamente, anche se la Juve nella sua storia ha vissuto cicli anche più lunghi di digiuno da scudetti e coppe europee. È chiaro che la nostra percezione oggi è condizionata da quei scudetti di fila, leggendari ma con ogni probabilità irripetibili.
Un ciclo che ha abituato troppo male i tifosi dell’ultima ora e che inevitabilmente li influenzerà per il resto della loro vita da supporters, ma chi ha vissuto anche i decenni precedenti sa benissimo quanto sia difficile vincere e quanto sia sofferente vivere gli “anti-cicli”. Quelli nei quali nemmeno proprietari del calibro dell’Avvocato Agnelli o dirigenti pluridecorati come Giampiero Boniperti sono riusciti a cavar fuori un ragno dal buco.
È lo sport, ma la vita in generale. Prendere o lasciare. Da questo Natale, però, i sostenitori della Vecchia Signora prendono alcuni segnali incoraggianti. Dal campo, in primis, con due vittorie autorevoli conto Bologna e Roma che hanno rivitalizzato le ambizioni Champions League (per ora la parola scudetto rimane tabù, ma solo verso l’esterno, perché nello spogliatoio qualcuno la sussurra).
Fuori dal campo, invece, è arrivato il tanto atteso ultimo tassello del direttore sportivo: è Marco Ottolini, che rientra a Torino dalla porta principale della Continassa dopo aver lavorato prevalentemente a Vinovo nella sua precedente esperienza alla Juventus. Il nuovo ds lavorerà a stretto contatto con l’ad Comolli, il director of football strategy Chiellini e il dt Modesto. L’obiettivo è ovviamente quello di riportare i bianconeri in auge in campo, ma soprattutto ritrovare la sostenibilità economica che ha caratterizzato la gestione Marotta.
La proprietà, insomma, non dovrà più fare aumenti di capitale, o almeno se non in casi di estrema emergenza. Questo, ovviamente, non è un disimpegno da parte della famiglia Elkann-Agnelli, visto che negli ultimi anni Exor ha ripianato in continuazione, confermando la volontà di sostenere la rinascita della Juve. Il club non ha mai avuto problemi di soldi e mai li avrà: la proprietà è solida, la più solida in Italia, senza alcuna discussione, e non saranno offerte da 2-3 miliardi di euro a far vacillare quella promessa strappata dagli avi alle nuove generazioni. La Juventus non può e non deve cambiare proprietà, è una questione di principio, di valori, di affetti.
Piaccia o non piaccia, la Juventus si tirerà fuori dalle sabbie mobili con questa proprietà, così come lo ha fatto tra il 1985 e il 1994 e allo stesso modo dopo il 2006. Chiunque sarà ascoltato per un’eventuale collaborazione, ma il pacchetto di maggioranza non si tocca, al massimo può esserci un avvicendamento tra cugini con Andrea Agnelli, ma fare altri discorsi al momento sarebbe aria fritta. Il Natale è sereno in casa bianconera, lo sia anche nelle case dei tifosi, solo così il passaggio dall’anti-ciclo a un nuovo ciclo potrà essere naturale e ancora più bello.
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