L'Atletico e Morata ridimensionano (già) le ambizioni Juve

L'Atletico e Morata ridimensionano (già) le ambizioni JuveTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 8 agosto 2022, 09:53Editoriale
di Antonio Paolino
L'ultima amichevole riporta la Juve indietro di tre mesi. E tra una settimana inizia il campionato con le solite incertezze degli ultimi anni

Allegri prova a vedere, come sempre gli impone il contratto, il bicchiere mezzo pieno. Ma questa volta ha difficoltà anche lui a trovare aspetti incoraggianti dopo il pesante ko rimediato con l'Atletico, nell'ultima amichevole di mezza estate. Quattro gol subiti, un rigore parato e nessun tiro insidioso nello specchio della porta avversaria sono la radiografia inequivocabile di una situazione difficile da rettificare in poco tempo. Senza parlare della tripletta, leggasi tripletta, di Morata che ha trovato vita facile solo contro la sua ex squadra, l'unica che farebbe ancora di tutto per riportarselo a casa. Senza una spiegazione troppo logica e tecnica. 

Bilancio amichevoli - All'inizio del campionato manca solo più una settimana, ma lo stato di forma sembra lontana da quella che avrebbe dovuto essere a questo punto. Quattro amichevoli e mezzo nelle ultime due settimane. Altrettante di allenamenti prima di volare negli Usa dopo aver caricato i muscoli alla Continassa e forse aver aggiunto inutili rischi per i più fragili: Pogba, Aké oltre agli acciacchi che non sono mai casuali. Dalla spalla di McKennie, ai guai muscolari di De Sciglio, senza dimenticare la pubalgia, di fine campionato scorso, che sta ancora condizionando le prestazioni di Vlahovic. 

Situazione - Di sicuro la Juve e il suo allenatore non si aspettavano di dover gestire una situazione così complicata, sfortunata e indifendibile, come questa. Eppure il mercato di inizio luglio aveva rilanciato ambizioni e riappacificato le speranze con quelle dei tifosi. Mancava qualcosa, sì. E manca ancora quel qualcosa che avrebbe già dovuto essere aggiunto e che invece ha costretto a rimescolare le carte, riportando incertezza nell'ambiente. Anche nello sguardo e nel tono delle parole – di circostanza – del mister, convinto di riuscire a trovare le soluzioni adeguate in questi ultimi sette giorni precampionato. Col Sassuolo non sarà una passeggiata e già ci immaginiamo atteggiamento e approccio alla partita. La squadra, già solo per aver cambiato tanto, non avrebbe avuto l'identità disegnata nelle intenzioni. Figuriamoci adesso alla luce delle assenze (Pogba e Chiesa) e di quanto servirebbe ancora vista la carenza di qualità nel reparto cardine del gioco: il centrocampo

Movimenti – In questi casi si corre ai ripari. L'ultimatum della proprietà pesa come un macigno: vietato sbagliare nell'anno in cui si festeggerà il centenario della famiglia Agnelli al timone dell'impero bianconero. Gli aumenti di capitale hanno ripianato spese e errori. Ora si attendono risultati migliori rispetto agli ultimi due anni. La gestione del ginocchio di Pogba resterà un rischio, eventualmente, anche dopo i Mondiali. Sempre che li disputi. Anche la qualità del gioco resterà un'incognita, come sempre, se non si andrà alla ricerca di un vero leader in mezzo al campo. Kostic è ritornato d'attualità dopo l'infortunio del francese, ma bisognerà aspettare la disputa della Supercoppa europea. E poi servirà l'affondo per Paredes. Il rapporto qualità-prezzo non permette di volare oltre. Anche se il piano (pre-infortunio) di Pogba evidenziava i nomi di Morata o Raspadori.