La panoramica del momento in casa Juventus

La panoramica del momento in casa JuventusTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Image Sport
venerdì 16 settembre 2022, 14:25Editoriale
di Franco Leonetti

Momento nero, nerissimo, il più difficile e complicato dell’ultimo decennio. Il fallimento della sconfitta contro il Benfica ha certificato una situazione esplosiva con tensioni squassanti e nervi scoperti da ogni angolo d’osservazione. Quello dei tifosi inferociti e disgustati (a ragione), quello del tecnico, dei giocatori e della società, un momento che nessuno avrebbe voluto vivere ma che è diretta emanazione di alcune scelte che, finora, non hanno assolutamente pagato. Per la prima volta la curva ha intonato cori di assoluto disprezzo nei confronti di Allegri, i fischi sonori alla squadra, le lacrime di Bonucci, una cornice di filo spinato che racchiude una situazione pesantissima e assai delicata in casa Juventus. Una squadra che dura 20 minuti a partita è fattore inaccettabile, un sistema illogico del segnare e poi non riuscire più a mettere il naso fuori dal pelo dell’acqua, una compagine brutta, senza idee, senza identità, sgonfia, fragile mentalmente, fisicamente giù di tono, insomma la solita Juve che eravamo soliti osservare lo scorso anno e che non avremmo più voluto nemmeno lontanamente scorgere.

Il momento tremendo viene fotografato dai numeri deficitari di metà settembre: in 8 gare solo 2 vittorie in stagione, contro Sassuolo e Spezia in campionato, e due sconfitte su due gare in Champions, se accludiamo l’ottavo contro il Villarreal, significa tre sconfitte di fila nella massima competizione europea. Un bilancio pessimo e negativamente storico, se si pensa che Mai, nella sua storia, Madama aveva perso le prime due gare del girone, anche questo dato deve far riflettere e a fondo tutti gli attori di casa JuveAllegri, sballottato nella tempesta, vive un momento tremendo, ancor di più tutti i supporter bianconeri sconcertati, avviliti, da ciò che non si vede in campo: le responsabilità del Mister labronico sono evidentissime e inoccultabili, lui è seduto sulla panchina e retribuito lautamente per dettare schemi, rendere armoniosa una squadra, dare un’anima e fare risultati. Tutto ciò non si vede, è palese, osserviamo solo giocatori che faticano, che arrancano, che parlano molto e non riescono in nulla quando calcano il terreno di gioco. Ma bisogna essere chiari e perentori: quando si attraversano momenti sportivi terribili come questo, tutte le componenti devono finire sul banco degli imputati, in primis l’allenatore, ma guai a dimenticare giocatori, staff tecnico, staff medico e dirigenza.

Chi avalla alcune scelte è colpevole quanto chi non riesce a metterle in atto sul prato verde. Come si supera il momento? Purtroppo non esiste la panacea di tutti i mali o la soluzione cavata da un cilindro che ha perso tutti i lustrini e mostra ampie sdruciture. Ora la palla passa alla dirigenza e al presidente Agnelli che, anzitutto, devono esaminare attentamente la situazione dello spogliatoio: Allegri è ancora riconosciuto come timoniere o si è interrotto qualcosa? Questa la prima mossa, seguita a ruota da un confronto diretto, serrato, schietto, senza umoralità alcuna tra società e tecnico, per decifrare e capire se la fiducia reciproca esiste o è andata perduta, su questi due punti non si può transigere, qui si gioca il prossimo, imminente futuro della Juve. I tifosi già si sono espressi, via subito l’allenatore e squadra in mano a un omologo libero (ZidaneTuchel e De Zerbi i nomi più gettonati), il popolo juventino vorrebbe da ieri sera una scossa immediata, da tabula rasa.

Attenzione però, perchè la storia ci ha insegnato che alcune volte l’avvicendamento funziona brillantemente, ma altre volte tutt’altro. Penso alla cacciata di Ferrara e all’arrivo di Zaccheroni che non cambiò nulla di una stagione da agonia. Indubbio che qualcosa occorra fare e anche subito, in fretta, questa Juventus angosciosa non è la Juve e nessuno si riconosce in questi attuali canoni a strisce bianconere, dalla tifoseria fino ai giocatori stessi probabilmente. Una responsabilità forte quella della proprietà e della società, non si può più attendere oltre, serve agire prima che la nave necessiti di più scialuppe di salvataggio. Triste ma vero a metà settembre, a solo un mese dall’inizio della stagione, i piani alti della Juventus F. C. si trovano obbligati a operare una scelta netta e tranciante, senza perdere altro tempo, valutando e soppesando ogni dettaglio. Non ultimo l’attenta considerazione dei conti di un bilancio profondamente in rosso. La rotta va invertita, non esistono alternative, la palla passa a chi ha potere decisionale nella sede della Continassa.