Luci e ombre sotto la Torre. Ma la cura Spalletti funziona nonostante l'attacco..
Sono diverse le cose che mi porto a casa dalla trasferta di Pisa. Intanto la gioia di vedere la mia Juventus dal vivo, perché le emozioni che regala il campo sono sempre importanti e sempre nuove (resto però affezionato al mio studio di Colpo di Tacco) mi porto a casa una Juventus non bella ma efficace che prende tre punti fondamentali. Mi porto a casa il monumento Bremer tornato a comandare la difesa assieme ai validi scudieri Kalulu e Kelly, cosi come mi porto a casa la classe cristallina di “ Zezè” Zegrova capace di illuminare una serata che rischiava di restare buia. Mi porto a casa la terza vittoria consecutiva ( quarta se aggiungiamo il Pafos ) e i progressi che piano piano sembrano diventare costanti. Non dimentico il sesto gol di Yildiz, stavolta facile facile, il lavoro sporco ma poco incisivo di Openda in fase di conclusione e il moto perpetuo del marines Wes.
Non solo luci, ma anche ombre che devono essere messe in evidenza. Preoccupante il calo che la squadra ha evidenziato tra la mezz’ora del primo tempo e il primo quarto d’ora della ripresa. La luce si è spenta dopo il mancato gol di Koopmeiners e neppure la sfuriata nell’intervallo di Spalletti è servita per riaccenderla subito. Non ha convinto l’olandese riportato in quello che dovrebbe essere il suo ruolo naturale, troppo discontinuo e a tratti spaesato. A corrente alternata anche Cambiaso, che attraversa una fase involutiva da troppo tempo. E poi, da mettere in evidenza, ahinoi, le difficoltà dei due attaccanti. Di Openda abbiamo detto, David invece fatica molto, sia a reggere il ritmo ( non altissimo) che a trovare spazi. Ha margini di miglioramento il canadese? Ce lo auguriamo perché pensare di sognare con questa fase offensiva, ricordiamo che in campionato la coppia David Openda ha segnato due reti, diventa molto ma molto difficile. Certo ci sono i sei gol di Yildiz e i due di Conceicao ai quali aggiungere i 3 di Vlahovic, ma sommando tutti si arriva a 13. Pochi per preoccupare chi sta davanti, considerando anche che dai centrocampisti sono giunte 4 reti. Insomma vanno trovate soluzioni alternative. Mi direte che anche nel primo scudetto di Conte gli attaccanti non “ sfondavano “ le porte, tutto vero ma intanto la coppia Matri Vucinic ne mise assieme 20 ( 10 a testa) ai quali si andarono ad aggiungere i 10 di Marchisio e i 7 di Vidal.
Oggi però la garanzia è quella dell’allenatore. Lucio ha esperienza, capacità e determinazione per dare fiducia alla squadra e ai tifosi. La strada è complicata e lunga, ma il grimaldello Spalletti è decisamente un’arma in più. Sapete cosa mi fa riflettere alla vigilia del tramonto di questo 2025? Che nell’anno la Juve ha cambiato ben tre allenatori, iniziando con Motta, proseguendo con Tudor e finendo con Spalletti. Cosa inedita e che segnala tutta la precarietà di questo periodo, tra tecnici sbagliati e direttori poco adatti. L’aria è cambiata? Non ho la sfera di cristallo ma le sensazioni sono buone. Avanti con Lucio, con buona pace magari di chi da Sud adesso attacca le squadre del nord, forse teme che le porte si siano chiuse definitivamente…
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