Occhi aperti e scudo imbracciato: la Juventus e il futuro del calcio mondiale

Occhi aperti e scudo imbracciato: la Juventus e il futuro del calcio mondialeTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 30 marzo 2023, 00:00Editoriale
di Andrea Di Lella

La sosta di campionato ci da modo di fare il punto sulla situazione della Juventus e del calcio mondiale.

Potrebbero sembrare due vicende stagne, invece sono collegate fra loro. Da un lato i bianconeri, promotori da tempo di richieste di rinnovo del calcio sfociate nella nascita della Superlega - in realtà un progetto nato anni prima dell’uscita ufficiale - e, dall’altro, le istituzioni sportive con Uefa e Fifa a livello internazionale e FIGC in Italia che vogliono difendere i loro privilegi e le loro posizioni di gestione del calcio.

Per il momento, la Juventus paga il fatto di continuare a credere e pensare  - non da sola - ad un football nuovo, che possa evolversi e generare ricavi maggiori che, al momento, non sono a disposizione dei club.

Anche da questo nascono la penalizzazione di 15 punti per il caso plusvalenze, dove occorre ricordare che NON esiste una norma specifica che ne regoli l’utilizzo, ed il procedimento sulla manovra stipendi, fatto che attiene molto alla parte amministrativa del club e poco al campo.

Ma sarebbe sbagliato pensare che queste vicende finiscano quando ci saranno le sentenze definitive perchè il concetto è molto più ampio: in ballo c’è il futuro del calcio mondiale e la sopravvivenza di moltissimi club che NON accettano più che i propri soldi vengano "gestiti" da enti terzi e non dai club stessi.

Fifa, Uefa e FIGC (in Italia) parlano da tempo di riforme, dispensando troppe parole e pochi fatti. Difficilmente possiamo pensare che un aumento delle gare da giocare possa portare un sensibile aumento dei ricavi ai club partecipanti alle varie competizioni. Eppure, basti pensare alla nuova riforma della Champions League, sarà proprio così. Tutti contenti? Neanche per sogno. Da una parte l’ECA, l’Associazione dei club europei capitanata da Nasser Al Khelaifi, che almeno di facciata ha appoggiato ed approvato la riforma Champions League voluta dall’Uefa ed è apertamente contro la Superlega.

All’interno dell’ECA stessa, però, ci sono molti malumori; alcuni club, evidentemente, non stanno ricevendo i frutti delle promesse che sono state fatte e, proprio in questo contesto, le recenti critiche del Presidente del Napoli De Laurentiis a Ceferin lasciano trasparire un corposo disappunto, non solo da parte del Napoli, che occorre ricordare essere membro ECA con diritto di voto.

Dall’altra parte, alcuni tra i fondatori del progetto Superlega - Juventus, Real Madrid e Barcellona - non arretrano di un millimetro, sono in attesa della sentenza della Corte di Giustizia Europea e consci che la società European Super League Company SL, di proprietà dei 12 club fondatori, è ancora attiva.

Tra questi schieramenti, arriva l’indiscrezione della prossima nascita della Union of European Clubs, organizzazione totalmente scollegata dall’ECA che pone come obiettivo quello di rappresentare una cospicua parte di squadre europee, insoddisfatte economicamente e preoccupate per il proprio futuro.

Quale posizione avrà questo nuovo sodalizio nei confronti dell’Uefa? E della SuperLega? Qualche club, oggi in ECA, uscirà dall'associazione per aggregarsi a questo nuovo gruppo?

Comprenderete certamente che tutto quello che stiamo vivendo, in Europa ed in Italia, ha poco di campo e tutto di politica e di economia e come potrà finire lo sapremo solo nei prossimi mesi.

Ecco perché, tornando alla Juventus che dovrà affrontare molte battaglie legali e sportive, il mio suggerimento è sempre lo stesso: scudo imbracciato ed occhi bene aperti…