Superato il limite della decenza e della sopportazione. Se avete un minimo di orgoglio e dignità,lottate per i tifosi.
C’è un limite alla vergogna? E’ la domanda che mi sento di rivolgere a chi domenica ha indossato la gloriosa maglia della Juventus. C’è un limite alla decenza calcistica? C’è un limite all’orgoglio e alla dignità? Perché ci sono partite che devono, e sottolineo devono, essere vinte a prescindere da ogni allenatore, da ogni situazione bella o brutta che sia, quando hai l’onore di giocare nella Juventus. Attenzione, di scivoloni umilianti negli ultimi anni ce ne sono stati, penso al Benevento corsaro allo Stadium, e anche all’Empoli tre anni fa, ma quanto visto con la Salernitana ha un’aggravante l’importanza della partita. Se neppure davanti ad un traguardo da tagliare, la squadra è riuscita a fare il minimo indispensabile, cioè battere la Salernitana, c’è davvero da preoccuparsi in ottica finale di Coppa Italia. Partiamo da sfavoriti, e questo lo sappiamo, ma quello che sconforta è l’atteggiamento di 11 sagome, e mi dispiace utilizzare questo termine, che si muovevano in campo davanti agli occhi increduli dei tifosi. E per favore per una volta usciamo anche dalla questione allenatore. Oppure dobbiamo credere che per battere l’ultima in classica già retrocessa, serva avere Guardiola in panchina?
A tutto c’è un limite, e usciti dall’equivoco Allegri, che verrà esonerato a giugno per lasciare spazio a Thiago Motta, i giocatori devono essere messi davanti alle loro responsabilità. Hanno un’occasione per riscattarsi, domani sera, e lo dovrebbero prima che a loro stessi, ai tifosi. Si perché lo spettacolo indecente del girone di ritorno non ha giustificazioni, non ha alibi. Caduto il sogno scudetto, la squadra si è sciolta in maniera indecorosa, non ha più vinto una partita, ha vissuto solo di spazi e spunti che sono rimasti fini a sé stessi. No, non è roba da Juventus, perché è vero che non ci sono fenomeni, ma questa non è neppure una squadra da 21 punti in 17 partite, non è neppure una squadra da 4 vittorie, di cui 2 a gennaio, in un girone di ritorno. E allora, mi rivolgo a Cristiano Giuntoli in prima persona. E’ un appello che parte più dal cuore che dalla testa, e mi perdonerà il direttore. Abbiamo piena fiducia nel lavoro che dovrà svolgere, abbiamo piena fiducia nella scelta che farà per la panchina, ma Thiago Motta ( o chi per lui perché nel calcio può sempre accedere di tutto sino al momento delle firme) avrà bisogno di una squadra rinnovata in almeno 5/ 6 elementi TITOLARI. Non importa il nome, ma la voglia, la fame, la consapevolezza di andare a giocare nella Juventus e non in una squadra qualsiasi. Perché, e non me ne voglia nessuno degli attuali giocatori, la Juventus non è per tutti.
Volevo parlare della finale di domani sera, ma la delusione, la rabbia, e il senso di frustrazione che tutti abbiano provato domenica sera è ancora ben presente. Ma due parole le voglio ancora mettere nero su bianco. Siamo tutti delusi dalla squadra, da ogni singolo giocatore e dall’allenatore. Ma ogni partita scrive una storia a se. Domani c’è l’ultima occasione per regalare una soddisfazione ad un popolo che merita una gioia dopo tre anni in cui abbiamo visto e passato di tutto. Fatelo per loro, ancor prima che per voi. Tirate fuori orgoglio cuore e dignità
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