"I Più & i Meno", il meglio e il peggio della settimana bianconera: decimo appuntamento

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giovedì 12 gennaio 2023, 21:00I più e i meno della settimana
di Simone Gioia

Secondo appuntamento del 2023, il decimo dell’anno: prosegue la rubrica "I Più & i Meno", il meglio e il peggio della settimana bianconera. I protagonisti di oggi sono Danilo, Massimiliano Allegri, gli infortuni e il "corto muso".

I Più

Danilo, amore eterno

Partiamo dalle notizie positive: il gol di Danilo contro l’Udinese di sabato scorso è stato decisivo per i tre punti, per centrare la vittoria numero otto di fila della Juventus 2022-2023 targata Massimiliano Allegri. Un gol vitale per la classifica, che ha permesso ai bianconeri – complice il passo falso del Milan contro la Roma domenica sera – di agguantare i rossoneri proprio al secondo posto in classifica, in attesa del big match in programma domani contro il Napoli. Per Danilo, però, è più di un semplice gol: è un atto di amore verso la Juventus, verso quei colori cui ha mostrato sempre amore eterno (sentimento ricambiato dalla tifoseria). Ecco perché il prolungamento di contratto fra le parti sembra una formalità: Danilo e la Juventus si sono promessi amore, ancora per un paio di anni, quando sarà a tutti gli effetti il Capitano.

Il conte Max

Alzi la mano chi pensava e credeva, soprattutto, che Allegri sarebbe riuscito a rialzare una nave che stava affondando, rimettendo a posto classifica e ambiente. Dopo gli schiaffoni presi contro Milan Maccabi Haifa è cambiato qualcosa in questa squadra, grazie alla guida sapiente del proprio allenatore che, contro tutti e tutti, ha ridato anima ad un ambiente (comprensibilmente) sfiduciato per la vergognosa eliminazione in Champions League. Otto vittore di fila, zero gol subiti: oggi la Juve è una squadra con la S maiuscola. Piaccia o non piaccia, i dati sono inconfutabili e non mentono mai. Ora la posta si è rialzata nuovamente in casa bianconera, perché i tifosi chiedono a gran voce lo Scudetto, l’assalto a un Tricolore sempre più in direzione Napoli. Forse. Di sicuro quello di domani sera sarà uno snodo cruciale per il prosieguo della stagione della Juve in campionato: dallo stadio Diego Armando Maradona si capirà tanto su quel che succederà nei prossimi mesi. È vero che Allegri non ha fatto assolutamente ancora nulla fin qui, ma non riconoscere il cambio di passo di questa squadra, ormai sempre più a immagine e somiglianza del proprio allenatore, vuol dire essere palesemente in malafede.

I Meno

Infortuni ieri, infortuni oggi, infortuni anche domani?

Forse c’è il rischio di scadere nella ripetizione, probabilmente è così. Ma finché la questione infortuni incomberà come un macigno in questa squadra, non potrà non essere analizzata con la lente di ingrandimento. Domani sera la Juve affronterà il Napoli senza Pogba, Vlahovic, Bonucci, Cuadrado e con un Bremer recuperato in extremis. E considerata la sfida, l’importanza che essa avrà su entrambe le squadre, affrontarla non al completo dal punto di vista della rosa è francamente un peccato. Un peccato, già. Anche perché fu lo stesso Allegri nella chiacchierata con Mario Sconcerti a considerare una “Juve virtuale” che evidentemente attuale non era e non poteva essere. Era ottobre, ma da allora nulla è cambiato. Siamo a gennaio, i problemi del 2022 sono diventati i problemi del 2023. E, nonostante le parziali rassicurazioni di Allegri, che ripete pubblicamente ad ogni occasione che spera di riavere tutti a disposizione entro la fine del mese, non vi è certezza che ciò accadrà realmente. Quando i tifosi della Juventus potranno gustarsi Angel Di Maria, Federico Chiesa, Paul Pogba e Dusan Vlahovic contemporaneamente in campo? Beh, una risposta a questo interrogativo evidentemente non c’è. E chissà se mai succederà.

Quando il troppo "corto muso" fa male

È indubbio che Allegri sia stato capace di trasformare il famoso "corto muso" (celebre espressione rubata al mondo dell’ippica per spiegare la vittoria di un cavallo di muso, appunto, sull’avversario) da un concetto inizialmente negativo ad uno positivo e a farne, nel corso degli anni, un vero e proprio stile di gioco. Ma quando si esagera non va bene, perché gli eccessi non vanno mai bene. Bene che la Juve vinca e continui a farlo, bene anche che le vinca nel finale, ma il “corto muso” non può essere l’unica strategia che questa squadra è in grado di mettere in campo. No, non può esserlo. E va bene bacchettare i “belgiuochisti”. E va bene anche bacchettare chi spera che il calcio sia un circo, ma è lecito aspettarsi – in termini realizzativi e di produzione offensiva – qualcosina in più da questa Juventus. Lo chiede una fetta importante di tifo. E una squadra potenzialmente così forte come i bianconeri non può rifugiarsi sempre e soltanto dietro il “corto muso”. No, non può farlo. Anche perché non potrà andare sempre bene.