"I Più & I Meno", il meglio e il peggio della settimana bianconera: diciassettesimo appuntamento

"I Più & I Meno", il meglio e il peggio della settimana bianconera: diciassettesimo appuntamentoTUTTOmercatoWEB.com
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giovedì 2 marzo 2023, 21:00I più e i meno della settimana
di Simone Gioia

Juan Cuadrado, Gleison Bremer, Dusan Vlahovic e Leandro Paredes: ecco i protagonisti di oggi, il diciassettesimo appuntamento con "I Più & i Meno", la rubrica dedicata al meglio e il peggio della settimana bianconera.

I Più

Cuadrado, la bestia nera del Torino

Terzo gol in otto anni di Derby. E sempre decisivo. Juan Cuadrado si conferma la bestia nera del Torino, aprendo le danze nel 4-2 finale dei bianconeri. Una bella notizia: in primis per lui, ancora a secco in questa stagione prima di martedì; e poi per la Juve, che ritrova uno dei suoi uomini migliori di questi anni. Con tutta probabilità, salvo clamorosi colpi di scena, le strade di Cuadrado e della Juventus si separeranno dopo otto interminabili e bellissime stagioni, in cui il colombiano ha sempre recitato il ruolo di attore protagonista nello straordinario ciclo firmato Allegri e anche nelle successive due stagioni con Sarri e Pirlo, in cui la Juventus ha continuato a vincere. E proprio perché a fine anno sarà addio, non poteva non segnare nel suo ultimo Derby, con la speranza che gli ultimi mesi della sua avventura in bianconero regalino - a lui e alla Vecchia Signora - un finale dolcissimo.

Bremer, la legge dell’ex colpisce sempre

È una delle più antiche leggi del calcio, che però non passa mai di moda: il gol dell’ex. È stato così anche per Gleison Bremer, al suo secondo Derby in maglia bianconera - ma al primo in casa, dinanzi ai propri tifosi - contro il Torino. Un gol che ha fatto doppiamente male in casa granata, perché ha certificato il sorpasso bianconero, con la sua migliore specialità: il colpo di testa. Il gol è stato di fatto tutto, il meglio della sua serata, la pezza che ha messo una toppa su una prestazione non eccellente. Ma gli scherzi del destino lo hanno aiutato, e Bremer ne è uscito vincitore dal Derby. Di sicuro, gli standard delle sue prestazioni non sono quelli della stagione precedente. Ma pian piano il brasiliano sta acquistando sempre più fiducia, ed è diventato - comunque nel giro di poco tempo - un pilastro della difesa bianconera. Ci si aspetta, però, che torni presto alle vette toccate con la maglia del Torino. Anche perché è proprio grazie a quelle prestazioni se oggi veste la maglia della Juventus.

I Meno

Dusan, una stagione deludente

“Allegri non valorizza Vlahovic”, “Soffre il gioco di Allegri”, “Vlahovic è fuori dagli schemi della Juve”: questi sono alcuni i commenti dell'opinione pubblica che vanno avanti da inizio stagione sul conto dell’attaccante serbo. Tutto vero, ovviamente, perché le difficoltà di Vlahovic all’interno del contesto Juve sono oggettive. E che tra i due non sia scoccata la scintilla è un po’ il segreto di Pulcinella, ma le colpe vanno distribuite equamente, perché l’ex Viola in questo anno non ha mai dato segnali positivi: anzi, tutt’altro. Sbuffa quando non gli arriva la palla, esce a testa bassa quando viene sostituito, e lascia il campo deluso quando chiude una partita senza fare gol: non può esser questo l’atteggiamento dell’attaccante della Juventus. Mancano tre mesi alla fine della stagione. E tutto può ancora succedere. Poi, però, verranno fatte valutazioni: da parte del club, da parte del giocatore e anche del procuratore. Ma immaginare una Juventus senza Vlahovic la prossima stagione non è più un'utopia.

Caso Paredes, scavalcato anche da Barrenechea

Doveva e poteva essere la sua serata, soprattutto per chi in lui ha creduto, portandolo alla corte della Vecchia Signora la scorsa estate. E invece è stata la prova del nove, che ha messo - probabilmente - la parola fine alla storia tra il centrocampista argentino e la Juventus. Una scintilla mai scoccata fra le parti: mai fra giocatore e tifoseria, pochissimo fra giocatore e allenatore. Eppure, era stato lo stesso Allegri a immaginare la Juventus 2022/2023 sotto la regia di Leandro Paredes. Ma contro il Torino, anche il tecnico livornese ha gettato giù la maschera. Schierando dal 1’ il classe 2001 Enzo Barrenechea della Next Gen, infatti, ha mandato un segnale chiaro al Campione del Mondo: il tuo tempo a Torino è terminato. Il finale sembra già scritto, con la Juve che non effettuerà il riscatto a fine stagione. Tuttavia, resta però il rammarico per aver puntato su un giocatore che aveva ampiamente dato segnali di cedimento già nelle precedenti stagioni (in cui ha giocato pochissimo) anziché su Nicolò Fagioli sin dall’inizio. Ma fortunatamente, quella di Paredes è già una parentesi di fatto archiviata in casa Juve.