Pari giusto ma brutto, non chiamatelo derby d'Italia. Allegri con questa Juve sta facendo l'eroe

Pari giusto ma brutto, non chiamatelo derby d'Italia. Allegri con questa Juve sta facendo l'eroeTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 27 novembre 2023, 00:00Il tackle di Andrea Bosco
di Andrea Bosco

Un pareggio ci poteva stare. Nessuno tra Juventus e Inter voleva perdere e pareggio è stato. Ma c'è modo e modo di pareggiare. Fa gol Vlahovic e la Juventus tiene il risultato per soli cinque minuti, infilzata da Lautaro come un pollo allo spiedo. Parole di Allegri: come non condividerle? Colpa di Bremer che si fa uccellare da Thuram? Colpa di Gatti che si perde Lautaro guardando la palla e non l'uomo che lo anticipa? No: colpa della squadra tutta. Che una volta andata in vantaggio avrebbe dovuto difendere con le unghie e con i denti. Ma oggettivamente la Juventus incerottata con il timido Nicolussi Caviglia sbattuto tra i marosi per le incerte condizioni fisiche di Locatelli non poteva probabilmente fare di meglio. Ma, come detto, c'è modo e modo di pareggiare. Derby d'Italia? Ma per favore. Due gol e l'occasione sprecata da Chiesa prima del gol del serbo. Niente altro. Da non credere. L'Inter “possiede la palla”: mia tua, mia tua. Nel primo tempo fa il 56 % di possesso.

Quindi? Quindi una mazza. Per fortuna ero davanti alla tv. Fossi stato all'Allianz mi sarei incavolato per lo spettacolo. Diciamolo senza timore: modesto. Ora cominceranno le geremiadi della serie “squadre bloccate”. Oppure: “era la Juventus che doveva osare di più”. E ancora: “l'Inter deve preoccuparsi anche della Champion's: la Juventus ha una sola competizione”. E via così, con le “cazzate”. La verità è che l'Inter temeva di essere impallinata, scoprendosi. Il gol di Vlahovic le ha fatto capire che non era aria. Brava l'Inter a rimetterla in pari dopo pochi minuti: dimostrazione di forza mentale e anche tecnica. Il gol di Lautaro è una rete da fuoriclasse. C'è un fallo di Darmian su Chiesa in avvio dell'azione che porta alla rete dell'Inter? Lascerei perdere. Guida ha “lasciato correre” troppo per i miei gusti. Bravi i 22 in campo a non “esondare”. Se sei stato giocatore sai che il retro-pensiero sulla direzione dell'arbitro è sempre in agguato. Ma non sono questi i falli sui quali recriminare. Altri lo sono. Altri lo saranno. La Juventus è una squadra monca: Allegri le ha ridato un senso e una unità. Ma in troppi recitano a soggetto, depotenziati dai propri limiti tecnici. Ci sono giocatori della Juventus che in questo match non hanno inciso. E visto che la Juventus non ne ha uno- un solo giocatore- in grado di saltare l'uomo, non affidarsi a Yildiz (almeno per una mezz'ora) è apparso un sacrilegio. Così, come sacrilego è il negargli di giocare con continuità. Uno così, in altri campionati non dico sarebbe titolare, ma certamente entrerebbe in campo con maggiore frequenza rispetto a quanto Allegri non permetta. Solite critiche? Ma no: fotografia dei fatti. L'ho già scritto: per me, con questa società alle spalle che va “a letto col nemico” Allegri si è rivelato (stipendio lauto o meno) un eroe.

Oggi la Juventus è quella che ti dice di essere felice perché ha conservato nove punti di distacco dalla quinta. Questa è la situazione: una Juventus che non è più in grado di fare la Juventus. E chissà per ancora quanto tempo non lo sarà. Temo parecchio. La Juventus ha giocatori di talento e prospettiva, come dimostra quel Soulè che in prestito al Frosinone sta segnando con una frequenza che avrebbe fatto comodo anche a Madama. In qualche mese, Soulè si è trasformato? No: gioca. La scorsa stagione giocava al suo posto quel Di Maria al quale la Juventus è servita solo per allenarsi in vista del Mondiale con la propria Nazionale. Eviterei la solita menata: “la maglia della Juventus pesa il quintuplo rispetto a quella di qualsiasi altra società”. Ancora con queste supercazzole? Quelli bravi vanno fatti giocare: che siano giovani o giovanissimi. La verità di questo calcio, povero di fantasia, nel quale la “giocata”, il dribbling, l'azzardo, la sfacciataggine, sono stati aboliti è che i pochi che riescono a farlo, se ascoltano i propri allenatori, rinunciano. Passano la palla al primo compagno vicino, (tipo il pizzardone della Fiorentina, re del passaggio da un metro), oppure all'indietro. Non c'è controprova. Magari osando maggiormente la Juventus si sarebbe ritrovata con un palmo di naso. Ma osando avrebbe costretto, probabilmente, l'Inter a fare una gara diversa. Invece siamo qui a chiederci cosa sarebbe potuto accadere, se Allegri non si fosse “coperto”, se avesse azzardato una punta in più, se non si fosse affidato alla consueta difesa a tre. E sul versante opposto se Inzaghi avesse inserito prima Frattesi o roba del genere? .Non volevano perdere. Non è che si siano messi d'accordo per pareggiare. Ma se stai sul campo certe situazioni le avverti. Chi c'è stato lo sa. Non ci sono illeciti, né combine. Ma i giocatori lo sanno quando, anche all'avversario sta bene pareggiare. A quello sul campo, a quello in panchina e a quello in tribuna.

Ora Allegri potrà continuare a dire che l'obiettivo è il quarto posto e Marotta che la Juventus è la squadra più forte del campionato, favorita perché non ha la preoccupazione delle Coppe. Il pareggio è servito: se non vi è piaciuto, meglio che ve lo facciate piacere, perché tanto di meglio in futuro non avrete. Almeno quando Juventus e Inter (queste, di questa annata) torneranno ad incontrarsi. Spiegava Orazio nelle "Odi": "Quid sit futurus cras, fuge quaerere". Che più o meno significa: "Non cercare di sapere, quello che avverrà domani". Detto tra noi: con queste Juventus e Inter, queste viste all'Allianz, in questa partita, inutile interrogare la Sibilla per conoscere il futuro. È tutto intuibile anche senza l'aiuto degli aruspici.