Si assegni già ora lo scudetto all'Inter, almeno si risparmiano ai tifosi certe decisioni arbitrali surreali

Si assegni già ora lo scudetto all'Inter, almeno si risparmiano ai tifosi certe decisioni arbitrali surrealiTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 11 dicembre 2023, 00:29Il tackle di Andrea Bosco
di Andrea Bosco

Modesta proposta: la Federazione assegni d'autorità lo scudetto all'Inter già alla fine del girone di andata. Non è una provocazione: lo penso davvero. Sia dato ad Inzaghi e ai suoi prodi lo scudetto. È la squadra migliore, la più forte, la più tecnica, quella che offre il migliore spettacolo, quella che segna gol meravigliosi. Quella che probabilmente farà strada anche in Champions con la sua sterminata "rosa". Gravina dia lo scudetto all'Inter: a gennaio. Lo vincerebbe comunque a giugno, l'Inter. Almeno in questo modo verrebbero risparmiati ai tifosi avversari, ai critici che non hanno il salame sugli occhi, agli addetti ai lavori, i "viaggi" verso il criptico, il kafkiano, il surreale. In questo modo, assegnandolo a gennaio lo scudetto, verrebbero spazzate via le polemiche, i sospetti, le interpretazioni di un regolamento degno di Magritte, le verifiche su quella compagnia di giro nota come "varisti."

Fallo, non fallo. Rigore, non rigore. Rigorino, rigoruccio, rigorone. Fuorigioco semi automatico. Fuorigioco di posizione. Fuorigioco di tacchetto, di spalla, di unghia. Rocchi: avete rotto il ca... Per dirla con il compianto Proietti che manipolava le note e i versi di un celebre chansonnier transalpino. Basta: date lo scudetto all'Inter e finiamola qui. Perché non se ne può più di vedere andare in scena ogni settimana la medesima solfa. Un solfeggio che sfinisce. Con giustificazioni e motivazioni "marziane". Con gli audio tra arbitro e var fatti ascoltare una settimana dopo l'accaduto quando l'acqua è già passata sotto ai ponti. Date lo scudetto all'Inter. Si giri pagina e si pensi alla prossima stagione. Marotta avrà la sua seconda stella, eviterà di mentire assicurando che la "Juventus è la candidata numero uno allo scudetto", Zhang forse troverà il modo di non fuggire dai creditori e magari si presenterà a "chiarire" al tribunale di Hong Kong. Gravina lo dia, questo scudetto all'Inter. Consentirà al povero Federico Gatti di giocare nella Juventus senza avere una scimmia sulle spalle. Dal Pavarolo (via Salluzzo, Verbania, Busto Arsizio, Frosinone) alla Juventus e alla Nazionale, il salto è stato da Bob Beamon. Ha fatto tre gol, ancora non difende come Claudio Gentile ma ci sta lavorando, è diventato un idolo della curva. Ma non gli si può chiedere di fare costantemente quello che gli attaccanti della Juve non riescono a fare: buttarla dentro. Gatti è un difensore. Un bravo difensore. Ma non potrà essere Gatti la panacea in grado di risolvere i problemi della Juventus per sempre. Che ci sono, che Allegri sta mascherando tirando fuori sangue dal muro. Ma che restano. La Juventus è una squadra unita. Gli abbracci e gli applausi dei giocatori all'allenatore nello spogliatoio dopo la vittoria sul Napoli certificano di un gruppo che ha trovato una identità e una missione. Non piace? Farsene una ragione.  
A gennaio Giuntoli qualche cosa farà, sul mercato. Probabilmente (cedendo Illing che con Allegri non vede il sole) un centrocampista. Magari non il tedesco dell'Udinese: in giro c'è di meglio. A me piacerebbe cedesse uno degli attaccanti che scaldano la panca, O magari Kostic che qualcuno (Robben ha querelato) paragonò all'olandese del Bayern. Mi piacerebbe Giuntoli facesse arrivare a Torino uno capace di buttarla dentro con continuità. Perché l'atteggiamento e il modulo di Allegri magari non agevolano. Ma non ce n'è uno tra quelli in rosa che sappia fare gol sporchi. Quelli di "chiappa" alla Pippo Inzaghi.  
Se ne renda conto Gravina: assegnando lo scudetto all'Inter molti problemi sarebbero risolti. Nessuno più sognerebbe un tricolore non raggiungibile. Marotta non scasserebbe più gli zebedei con la Juve "favorita". E dal secondo posto in giù ci si concentrerebbe per conquistare un posto in Champion's. Semplifichi le cose, Gravina. Anche a Rocchi e alla sua masnada. Alla masnada, soprattutto.