Maddaloni a RBN: “I due motivi per cui la Juve dice no a Conte. Thiago Motta profilo giusto. Su Chiellini...”
Tra due giorni sfida contro la Fiorentina per confermare l'uscita dalla crisi dopo il successo contro la Lazio in Coppa Italia. In grande spolvero la coppia di ex viola Chiesa-Vlahovic. Intanto proseguono quotidianamente le discussioni sul futuro di Allegri. Sempre più incerta la sua permanenza, Thiago Motta resta l'opzione più probabile, ma c'è chi crede ancora possibile il ritorno di Conte. Sul fronte del mercato, a fine stagione potrebbe partire un big. Giuntoli intanto richiama i fedelissimi per il suo staff, possibile ingresso in società di Chiellini. Di tutto questo abbiamo parlato in ESCLUSIVA a Fuori di Juve con Massimiliano Maddaloni, ex tecnico della Primavera bianconera e vice della prima squadra nella stagione 2009/2010.
Juve dunque rivitalizzata dalla vittoria in Coppa Italia. Passo importante, ma forse non definitivo per certificare l'uscita dal tunnel. L'analisi di Maddaloni: “Se pensiamo alla squadra vista nel primo tempo, impaurita e fischiata dalla propria gente, c'è preoccupazione. Appena andata in vantaggio però è stata un'altra storia e questo ci fa capire quanto sia importante l'aspetto mentale nel corso di un campionato. Il fatto che da tanto tempo non facessero risultato, condizionava tantissimo i giocatori, l'ambiente intorno è diventato in un certo senso pesante. Aver vinto crea il morale e la tranquillità che servono in questo finale di stagione”. Il tecnico napoletano la vede così sui punti necessari per qualificarsi aritmeticamente in Champions league: “Io credo che ci avviciniamo a quella quota. Se non sono 70, magari saranno 1 o 2 in meno. I finali di campionato sono sempre difficili perché ci sono avversari che si devono salvare, rispetto ad altri con obiettivi diversi. Se prima sulla carta alcune gare potevano essere agevoli, in questa fase diventano difficili. Un esempio, la Roma domenica scorsa a Lecce ha incontrato un avversario bisognoso di punti e ha pareggiato. Ora secondo me diventa più complicato perché le squadre non possono permettersi passi falsi”.
Nel podcast l'intervento integrale
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