Chiesa può diventare un caso: Juve, come se ne esce?

Federico Chiesa è sta vivendo un’altra stagione difficile dopo l’infortunio ai legamenti che potrebbe averne segnato per sempre la carriera. La critica è divisa sostanzialmente in due fazioni: quella che sostiene che sia tutta colpa dell’allenatore e l’altra che invece scarica le colpe sull’ex viola. La verità, al solito, sta in mezzo e merita di essere approfondita.
Di sicuro, quando fu acquistato dalla Fiorentina, Chiesa aveva tutti i crismi del potenziale campione, quello che magari avrebbe potuto in futuro indossare la maglia numero 10 della Juventus. E la sua prima stagione nella Vecchia Signora era stata molto incoraggiante con 46 presenze totali, 15 reti e 11 assist. Alla sua seconda esperienza in bianconero, però, nel campionato 2021-2022 c’è stato prima un grave infortunio muscolare che lo ha costretto a saltare 7 partite ufficiali, poi la rottura dei legamenti che lo ho costretto a concludere anzitempo la stagione con 4 reti e altrettanti assist.
Rientrato dal lungo stop “Chicco” non è mai parso pienamente recuperato a livello psico-fisico e il suo campionato si è concluso con 1.400 minuti scarsi conditi da 4 reti e 6 assist. Più o meno gli stessi minuti giocati quest’anno fino alla gara contro l’Udinese, con uno score di 6 reti e 2 assist. Sono 20 fin qui le presenze totali, 6 le assenze per infortunio, cui si devono aggiungere 3 panchine in cui gli è stato preferito qualcun altro perché non ancora al meglio.
È fin troppo evidente, dunque, che il Chiesa post infortunio non può essere minimamente paragonato a quello pre-infortunio (anche in nazionale, checché se ne dica). Così come è altrettanto vero che il ragazzo va messo in un contesto a lui funzionale, trattandosi senza se e senza ma di un attaccante esterno. A differenza del papà, che sapeva fare molto bene l’attaccante, Federico sembra dare il meglio di sé quando parte dalla fascia, in un attacco a tre. Insomma, le valutazioni che la Juventus dovrà fare in chiave futura saranno di natura tattica, ma anche atletica e finanziaria. Sì, perché se è vero che un Chiesa sano non ha prezzo, è altrettanto da valutare il fatto che, in un momento storico in cui Giuntoli deve fare “spending review”, hai un calciatore che va a scadenza nel 2025, che percepisce 5 milioni più bonus e a cui pare sia stato promesso, da chi lo ha acquistato, un aumento fino a 7 milioni più bonus.
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